Focus sull’APE (Anticipo Pensionamento)

8 Marzo, 2017
Focus sull’APE (Anticipo Pensionamento)

In questi ultimi anni il nostro sistema pensionistico è stato caratterizzato da un aumento dei requisiti contributivi e di età necessari per la maturazione del diritto alla pensione, aumento che – unitamente all’innalzamento dell'aspettativa di vita e alle sempre più limitate disponibilità del bilancio pubblico - ha determinato una progressiva e a volte drastica riduzione di quella flessibilità in uscita che era una delle caratteristiche principali dell’intero sistema previdenziale italiano.

Il Quarto Rapporto sul Sistema Previdenziale Italiano curato dal Centro Studi di "Itinerari Previdenziali", presentato come già detto a Roma di recente, contiene al suo interno anche una riflessione sulle proposte flessibilità del pensionamento rispetto alle rigide e penalizzanti regole della Riforma Fornero, e tra queste in modo particolare sull’APE (Anticipo Pensionistico).

Tale normativa, approvata con la recente Legge di Bilancio, prevede due alternative: 

  1. l’APE normale con costi a carico degli interessati: per coloro che un lavoro ce l’hanno, guadagnano più di 1.500 euro, hanno più di 63 anni (nati fra il 1951 e il 1953) e almeno 20 anni di contributi. Questi possono ritirarsi dal lavoro con un anticipo compreso fra un minimo di sei mesi e un massimo di tre anni e sette mesi rispetto ai requisiti per la pensione di vecchiaia, attraverso un prestito bancario garantito da un’assicurazione che dovrà essere restituito nei primi vent’anni di pensionamento effettivo.
  2. L’APE Social con costi interamente a carico dello Stato, per i meno abbienti o in condizioni particolari di lavoro.

Lo studio calcola i costi dell’APE proposta dal Governo e lo mette in relazione con altre forme di flessibilità in uscita presentate negli ultimi mesi, tra le quali spicca quella proposta da Damiano e Baretta. Viene precisato comunque che l’APE è un’opportunità in più per i lavoratori ed è il minore dei mali per la finanza pubblica.

Ma quanto costa allo Stato l’APE Social? Considerando i 2 anni sperimentali previsti dalla proposta e 30.000 beneficiari per anno, il costo è di 1,44 miliardi (720 milioni l’anno) nell’ipotesi ottimistica che 10 mila soggetti anticipino di 12 mesi, altri 10 mila di 24 e altri 10 mila di 36 mesi. Ma siccome è tutto gratis è probabile che i costi aumentino.

E quanto costerebbe l’APE - secondo lo Studio - a quelli che debbono pagarsi l’anticipo del pensionamento? Costerebbe molto perché, come si vede nella tabella sotto, un anno di anticipo ridurrebbe l’assegno per i successivi 20 anni del 6,08% se si anticipa di un anno, del 12,16% per un anticipo di 2 anni e del 18,24% per 3 anni. Ma i costi potrebbero essere anche superiori per via dei costi assicurativi, che potrebbero applicare delle maggiorazioni per alcune tipologie di soggetti (salute precaria, patologie, vita media più bassa, etc.).

La "penalizzazione" APE costa il doppio rispetto alla proposta Damiano.

(in allegato a questa pagina la tabella descrittiva).

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