
Nel IV Rapporto di "Itinerari previdenziali", presentato a Roma nei giorni scorsi, si evidenziano i dati sull’insieme dei trattamenti pensionistici in pagamento tratti dal Casellario Centrale dei Pensionati e delle Pensioni gestito dall’Inps, al quale confluiscono le informazioni che obbligatoriamente tutti gli enti previdenziali devono fornire in merito alle prestazioni in pagamento; completano il quadro l’analisi delle prestazioni, per numero ed importo, dei dipendenti e dei componenti degli Enti e degli Organi Costituzionali rilevati sulla base dei dati di bilancio pubblicati dagli stessi organismi; tali prestazioni non sono presenti nel Casellario Pensionati.
Numero di pensionati e numero di prestazioni: Nel 2015 il numero dei pensionati beneficiari dei trattamenti pensionistici del sistema Italia è pari a 16.179.377, dei quali il 52,78% sono donne che sono destinatarie di oltre l’80% delle pensioni di reversibilità (con importi pari al 60% o meno della pensione diretta). Il tasso di pensionamento sul totale della popolazione è pari al 26,67%, cioè su 3,74 abitanti uno è pensionato.
Invece le prestazioni pensionistiche in pagamento risultano 23.095.567 (di cui 17.962.816 erogate dal sistema IVS), cui vanno aggiunte le 4.364.907 pensioni assistenziali (di cui 3.293.725 prestazioni di invalidità civile, 868.358 pensioni e assegni sociali e 202.824 pensioni dirette e indirette di guerra) e 767.844 prestazioni indennitarie, prevalentemente INAIL.
Importi pensioni. Vanno considerati tutti i trattamenti in capo ad un soggetto: Un dato interessante è quello del numero delle pensioni fino a una volta il minimo (501,89 euro), che sono oltre 8 milioni, ma i pensionati sono poco più di 2,2 milioni; stesso discorso vale per la successiva classe di importo (fino a 1.003,78 euro) che nella quale sono presenti 7.509.000 prestazioni, ma i pensionati sono solo 4.670.000.
In totale le prestazioni sotto i mille euro sono quasi 15,6 milioni, e cioè, come spesso dicono i comunicati di Istat e Inps, il 67,5%. Ma in realtà i pensionati al di sotto dei mille euro sono poco meno di 6,9 milioni, pari al 42,6% del totale dei pensionati, e peraltro quasi tutti con pensioni assistenziali (invalidità, sociali, di guerra o con maggiorazioni e 14° mensilità) o pensioni integrate al minimo o con la maggiorazione.
Il Rapporto arriva ad alcune conclusioni:
- affermare che la metà delle pensioni è inferiore ai 500 euro al mese è sbagliato dal punto di vista tecnico ed è un ottimo argomento per incrementare elusione ed evasione fiscale. In realtà si dovrebbe far riferimento ai pensionati, cioè i soggetti fisici che percepiscono più prestazioni, e non alle prestazioni;
- se si calcola sul numero totale delle prestazioni (23.095.567) l’importo della pensione media è pari 12.136 annui; poiché però i pensionati beneficiari di questi trattamenti sono 16.179.377, l’importo medio pro capite diviene pari a 17.323 annui.
Numero di pensioni per pensionato: Emerge, quindi, che nel nostro Paese, in media, ogni pensionato percepisce 1,427 pensioni. Nel 2015 il 66,6% dei pensionati percepisce solo una prestazione, il 25,5% dei pensionati percepisce due prestazioni, il 6,5% tre e l’1,3% quattro o più prestazioni. La maggior parte dei beneficiari di più assegni riceve prestazioni indennitarie (73,6%), pensioni ai superstiti (67,4%) e quelle di tipo assistenziale come quelle di invalidità civile spesso associate alla indennità di accompagnamento e altre prestazioni (53,4%); solo il 27,6% dei titolari di pensioni di vecchiaia è anche titolare di altre prestazioni.
Il corretto calcolo della pensione media: Affinché il calcolo della "pensione media" abbia un senso e non sia una media "molto grezza" (evitando così allarmi sociali ingiustificati), occorre non mischiare prestazioni tra loro assai differenti. Che senso ha fare la media tra pensioni dirette e ai superstiti (che come minimo sono il 60% o meno della pensione diretta e a volte è pure suddivisa tra i figli minori o con handicap)? O inserire nella media le pensioni sociali, o gli assegni sociali, o quelle relative al trattamento minimo, o ancora le ex milione al mese, o quelle di invalidità, o gli assegni di accompagnamento, o le indennitarie prevalentemente Inail a seguito di infortuni sul lavoro?
Per avere un corretto quadro di quello che è il sistema previdenziale in Italia, sarebbe invece corretto dare l’importo medio delle pensioni previdenziali (anzianità e vecchiaia), quello della pensione ai superstiti e quello delle assistenziali. Cosa ricaveremmo?
Escludendo le prime due classi di reddito pensionistico che sono tipicamente assistenziali e spesso ciascun pensionato percepisce due o più assegni (esempio invalidità + accompagnamento, altre maggiorazioni o addirittura in qualche caso la reversibilità), per un numero totale di circa 6.942.000 pensionati che è comunque più basso del numero di pensionati assistiti (circa 8.300.000), la pensione media previdenziale (supportata da contributi) ammonterebbe a 24.754,80 euro per ciascun pensionato rispetto agli ufficiali 17.323 euro.
E’ vero che il 40% delle prestazioni è inferiore ai mille euro al mese ma non sono pensioni; sono prestazioni assistenziali che nulla c’entrano con le pensioni a contributi.