Liste d'attesa in sanità: non tutti sanno che esiste un Piano Nazionale di governo

28 Giugno, 2017
Liste d'attesa in sanità: non tutti sanno che esiste un Piano Nazionale di governo

Le liste di attesa sono uno dei problemi più sentiti dai cittadini. È a causa delle loro lungaggini che molti ricorrono al "privato" pagando di tasca propria oppure rinunciano semplicemente alla prestazione.

È capitato a più di 7 italiani su 10, secondo il "Rapporto Italia 2017" di Eurispes. Non tutti sanno, però, che se le attese sono incompatibili con i propri bisogni di cura, si ha diritto a esigere la prestazione in tempi certi. Lo stabilisce il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa (Pngla) 2010-2012, tuttora in vigore. In concreto, secondo tale Piano Asl e ospedali devono far rispettare i tempi massimi stabiliti per le 58 prestazioni elencate nel Piano stesso, in particolare per 14 visite specialistiche (come cardiologica e oculistica) da garantire entro 30 giorni dalla richiesta; per 29 diagnosi strumentali (come mammografia e Tac) da erogare entro 60 giorni, per 15 interventi chirurgici in day surgery o in regime di ricovero ordinario (per esempio: tumore al colon) che vanno eseguiti entro 30 giorni o in base alle specifiche "classi di priorità" previste per le operazioni. Per la diagnostica e la specialistica i tempi massimi devono essere rispettati nel caso di prime visite o primi esami, non per i controlli.

Il medico che prescrive la prestazione può inoltre dare l’indicazione clinica dei tempi in cui devono essere erogati, indicando sulla ricetta un codice di priorità: "U".

Nel caso in cui l’Asl non è in grado di individuare una struttura pubblica o convenzionata in cui la prestazione sia erogata nei tempi stabiliti per legge si può chiedere di ottenerla in regime libero-professionale (intramoenia) pagando solo il ticket, se dovuto, come stabilisce la Legge n. 124/98 (e anche il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa).

Per far valere i propri diritti i cittadini devono chiedere l’autorizzazione per fare la visita o l’esame in intramoenia presentando un’istanza formale (meglio tramite raccomandata con ricevuta di ritorno) al direttore generale dell’Asl - o dell’Azienda ospedaliera - e all’Assessorato regionale alla Sanità.

Anche se per la prestazione di cui abbiamo bisogno non sono indicati i tempi massimi, la prestazione va erogata nei tempi indicati dal medico in base alle condizioni di salute. Si può inviare all’Asl una richiesta - allegando copia del certificato medico - perché provveda a erogarla nei tempi richiesti in strutture pubblica o accreditate. Se non si trova posto, si può chiedere di farla in intramoenia, senza oneri aggiuntivi.

"Per le prestazioni in regime di ricovero, day hospital e day surgery indicate nell’elenco del Pngla sono stabiliti tempi massimi di attesa e classi di priorità: la classe "A" indica che la prestazione va erogata entro 30 giorni, "B" entro 60, "C" entro 180 giorni".

Chi soffre di malattie cardiovascolari e oncologiche ha diritto a una "corsia preferenziale" con un Percorso diagnostico-terapeutico (Pdt) "su misura" di ogni singolo paziente. La prima visita va fatta entro 30 giorni dalla prenotazione ma, se c’è un'urgenza, anche prima in base ai codici di priorità. Non possono trascorrere più di 30 giorni dal momento dell’indicazione clinica all’inizio della terapia.

Da sottolineare, infine, che secondo l’ultimo Rapporto "Curiamo la corruzione" curato da Transparency International Italia, Censis, ISPE Sanità e RiSSC, la gestione delle liste di attesa è tra le aree più a rischio di corruzione in sanità. Per contrastare il fenomeno, nel Piano anticorruzione 2016 l'Anac raccomanda di rendere pubblici i criteri in base ai quali sono formate le liste di attesa e le modalità di gestione.