Sanità, si cambia davvero? Approvato l’Atto di indirizzo relativo alla Medicina convenzionata. Medico di famiglia 16 ore al giorno 7 giorni su 7. Prenotazioni e ticket direttamente negli studi

3 Maggio, 2016
Sanità, si cambia davvero? Approvato l’Atto di indirizzo relativo alla Medicina convenzionata. Medico di famiglia 16 ore al giorno 7 giorni su 7. Prenotazioni e ticket direttamente negli studi

Il Comitato di Settore Regioni-Sanità ha approvato un documento integrativo dell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Ora la Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) dovrà riaprire le trattative vere e proprie con i sindacati che soprattutto sull’assistenza H16 non sono tutti d’accordo.

In base al documento, gli Studi dei medici di famiglia, collegati in rete, saranno aperti 16 ore al giorno dalle 8 alle 24 cinque giorni su 7 e 12 ore (dalle 8 alle 20) nel weekend. Nelle ore notturne l’assistenza sarà invece affidata all’Emergenza-Urgenza-118. Inoltre niente più file per pagare ticket e prenotare visite: si farà tutto nello studio del medico. Novità anche per i pediatri che garantiranno l’apertura degli studi in rete dalle 8 alle 20 per 5 giorni alla settimana.

A garantire la continuità delle cure saranno le Aft (Aggregazioni territoriali funzionali), non un luogo fisico dove si erogano servizi di cura, ma un nuovo modello organizzativo che consentirà comunque ai cittadini di trovare il medico per tutto l’arco della giornata. Terminato il turno del proprio medico di fiducia, ce ne sarà comunque un altro a disposizione, collegato a un data base che consentirà in qualsiasi momento di avere a disposizione il profilo sanitario dell’assistito.

Il nuovo modello di assistenza di base dovrebbe inoltre favorire la nascita di nuovi maxi-ambulatori, con presenza di più medici di famiglia dove è possibile fare prime analisi cliniche, accertamenti diagnostici meno complessi e piccola chirurgia ambulatoriale e altri centri con specialisti ed infermieri. Anche se sotto sigle diverse (come Case della salute in Emilia e Toscana o Ucp nel Lazio) oggi in Italia vi sono già otre 800 di queste strutture.