
Nuovi dati dell’ISTAT confermano il notevole peggioramento dello stato di salute della popolazione anziana in Italia nel passaggio dai 65 agli 80 anni, in modo particolare se c’è presenza di patologie croniche e ancor più se ci sono gravi limitazioni motorie. Nel confronto con altri Paesi UE, dopo i 75 anni in Italia ci sono condizioni di salute peggiori.
In Italia, la speranza di vita a 65 anni (18,9 anni per gli uomini e 22,2 per le donne nel 2015) è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue, ma dopo i 75 anni gli anziani in Italia vivono in condizioni di salute peggiori. Lo dicono i dati forniti dall’ISTAT nel report sulle condizioni di salute degli anziani in Italia e nell’Ue.
Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie e, all'opposto, condizioni peggiori oltre i 75 anni. Circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave o è multicronico, con quote tra gli ultraottantenni rispettivamente di 59,0% e 64,0%.
Il confronto dei vari indicatori di salute conferma il notevole peggioramento dello stato di salute della popolazione anziana in Italia nel passaggio dai 65 agli 80 anni, con prevalenze che raddoppiano nel caso della presenza di patologie croniche e quintuplicano per le gravi limitazioni motorie. Sono il 30,8% le persone di 65-69 anni che dichiarano almeno una patologia cronica grave , quota che raddoppia tra gli ultraottantenni (59,0%). Il 37,6% delle persone di 65-69 anni riporta almeno tre patologie croniche, a fronte del 64,0% degli ultraottantenni.
Nel caso delle limitazioni motorie, l’incremento delle prevalenze è ancora più rilevante, passando dal 7,7% tra gli anziani di 65-69 anni al 46,5% tra quelli di 80 anni e più. Le limitazioni sensoriali (gravi difficoltà nella vista o nell’udito) passano dal 5,1% al 29,5%, con una quota complessiva di anziani pari al 5,6% che riferisce gravi difficoltà di vista o cecità e il 12,2% gravi difficoltà di udito o di essere completamente sordo.
Con riferimento agli stili di vita, l'Italia ha una posizione di netto vantaggio rispetto agli altri paesi dell'Unione per i livelli di obesità e di consumo di frutta e verdura, ma si caratterizza per i bassi livelli di attività fisica, rispetto a quelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità.