Il Coaching che cosa è? La sua importanza nel recupero post operatorio. "Coach", come sostantivo significa in Inglese sia allenatore/insegnante, sia carrozza/vettura e quindi la parola “coaching” ci fa pensare e richiama un concetto di allenamento ed anche quello di accompagnamento da un luogo di partenza ad un altro d’arrivo. Detto questo è importante affrontare le origini del coaching e la sua natura interdisciplinare. Le origini del coaching partono da lontano, Il filosofo Greco Socrate nato ad Atene nel 469 a.C. considerato il più sapiente tra gli uomini viventi dell’epoca, dialogando e ponendo domande alle persone, senza mai interrogarle o dando loro delle risposte precostituite, otteneva dai suoi interlocutori una continua crescita nella "sapienza", i suoi allievi erano in grado, mediante il dialogo, di acquisire progressiva consapevolezza della verità che era dentro di loro.
Nel corso di questi ultimi anni molti allenatori ed insegnanti tra cui l’Americano Timothy Gallwey, istruttore di tennis; oppure Psicologi come Martin Seligman, Albert Bandura; ma anche illustri consulenti aziendali hanno elaborato, messo in pratica e scritto importanti testi sul coaching.
Una mia buona definizione di coaching oggi potrebbe essere questa: “Il Coaching è un metodo di sviluppo di una persona, di un gruppo o di un’organizzazione, che si svolge all’interno di una relazione tra coach e cliente, che porti ad individuare ed a sviluppare le potenzialità di quest’ultimo, per raggiungere attraverso un piano d’azione gli obiettivi da lui determinati”. Il coaching ad oggi è molto applicato nelle aziende, le quali stanno imparando che per raggiungere livelli di performance sempre più elevati, è bene partire da una buona formazione personale e dei propri dipendenti.
Nello Sport dove da diversi anni il coach assiste sia lo staff tecnico che l’atleta individualmente o in gruppo al fine di creare le giuste condizioni interne per esprimere al meglio le proprie potenzialità aiutandolo a sviluppare un atteggiamento mentale positivo. Ma Il Coaching può essere utilizzato in ogni aspetto della vita, in particolare in momenti di cambiamento o di passaggio da una fase all’altra. Di buon aiuto sicuramente nelle persone che incorrono in un infortunio, oppure in un intervento post-operatorio, nel nostro caso di protesi dell’anca.
Trattandosi di periodi di lunga convalescenza e riabilitazione, il paziente vive una situazione personale che, se sottovalutata, può rappresentare un grande evento destabilizzante per il suo equilibrio psico-emotivo. Diventa perciò primario considerare l’approccio all’evento negativo, poiché un cattivo adattamento all’intervento può rappresentare l’origine della comparsa di vissuti controproducenti al fine di un pieno e sano recupero sia a livello fisico che psicologico. L’aspetto che principalmente si considera è sempre quello relativo al tempo di recupero mentre quello mentale viene spesso messo in disparte, con il rischio di incorrere in sensazioni di rabbia ed impotenza, sbalzi di umore, dubbi sul proprio ritorno alla piena efficienza, pensieri irrazionali, stati insomma che potrebbero compromettere invece un veloce recupero ed anche l’equilibrio della persona nella vita quotidiana.
Ecco che il coach aumentando l’autostima, l’autodeterminazione mentale ed a mantenere un buon equilibrio personale non che l’accettazione dell’evento negativo e tutte le emozioni e le sensazioni che ne derivano diventa una figura importantissima che si affianchi a quella di una buona terapia fisica riabilitativa. La buona gestione mentale dell’intervento subito ci aiuterà nell’accelerare la ripresa fisica, ad alleviare lo stress, ma soprattutto sarà molto utile per allenare la nostra mente alla resistenza ed alla resilienza.
Francesco Baldarelli - Coach Professionista A.I.C.P. - twitter.com/fbcoachsportivo