AGE Platform Europe promuove studio su reddito minimo di vecchiaia

Anap Confartigianato

AGE Platform Europe (del quale fa parte anche Anap), concludendo uno studio di due anni sull’adeguatezza del reddito minimo di vecchiaia in Francia, Irlanda e Polonia – come parte del progetto Emin “Rete europea per il reddito minimo”, sponsorizzato dal Parlamento Europeo e finanziato dalla Commissione – ha invitato i decisori nazionali a sviluppare un budget di riferimento quando si definisce il livello di reddito minimo necessario per vivere e invecchiare dignitosamente. Tali budget di riferimento devono essere calcolati per specifici sottogruppi di età e di popolazione, e nel caso della popolazione di oltre 65 anni, suddivisi per sesso e per fasce 65-75, 75-85 e oltre 85 anni di età.

Definire un reddito minimo per tutti in tutta Europa, per l’accesso ai beni e servizi universali, è un prerequisito per vivere ed invecchiare dignitosamente. Questo era l’obiettivo del progetto EMIN mirato a identificare i bisogni fondamentali della gente per una vita dignitosa, in base alle realtà nazionali. Come partner in questo progetto, AGE Platform Europe ha esaminato la situazione specifica degli anziani in Europa.

“Anche se l’obiettivo della nostra ricerca non era né di sviluppare né monetizzare un budget di riferimento, le persone anziane che abbiamo intervistato ci hanno aiutato a definire ciò che un adeguato reddito minimo di vecchiaia dovrebbe implicare nel loro contesto nazionale”

ha detto Anne-Sophie Parent, Segretario Generale di AGE Platform Europe. Lo studio evidenzia analogie tra le esigenze delle persone anziane ed i beni essenziali e servizi che sono considerati necessari per l’inclusione sociale e la partecipazione degli anziani nei tre paesi pilota.

Eppure, esistono differenze significative per quanto riguarda l’adeguatezza dei redditi minimi di vecchiaia e la validità della soglia di povertà del 60% nei rispettivi contesti nazionali. “Questo suggerisce una domanda sull’importanza di misurare la povertà solamente attraverso strumenti basati sul reddito, come ad esempio la soglia del 60% del reddito medio. Nel definire il livello di reddito minimo, è fondamentale considerare gli aspetti anche non monetari, come l’accesso alla sanità di qualità e alle cure di  lunga durata, un alloggio decente, il tempo libero e attività sociali, partecipazione civica, ecc…”.

L’Unione Europea ha una responsabilità particolare per quanto riguarda la promozione del reddito adeguato lungo tutto l’arco della vita, ad esempio, incoraggiando gli stati membri dell’UE a concentrarsi sulle esigenze specifiche dei diversi gruppi di età e di popolazione.

“Ci auguriamo che il progetto EMIN abbia dato vita ad un dibattito politico sull’adeguatezza del reddito durante ogni fase della vita. Il diritto ad un reddito adeguato durante la vecchiaia dovrebbe essere riconosciuto come fondamentale e necessario per la dignità e l’indipendenza” di tutti, ha concluso Anne-Sophie Parent.

Per ulteriori informazioni sulla pubblicazione relativa all’adeguatezza del reddito minimo di vecchiaia realizzata da Age Platform Europe: leggi il documento in allegato a questa pagina.

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