Finalmente un nuovo antibiotico: il Teixobactin

La resistenza agli antibiotici rappresenta una delle maggiori sfide della medicina del terzo millennio. Ogni anno muoiono a causa di germi resistenti agli antibiotici 700.000 persone, ma uno studio effettuato nel Regno Unito stima che in assenza di nuovi farmaci efficaci, il fenomeno potrebbe portare a 10.000.000 di morti all’anno da qui al 2050.

Questo anche per infezioni contratte in seguito a banali interventi. Una importante novità nella lotta ai batteri resistenti è venuta da un team di ricercatori della Northeastern University e della società farmaceutica NovoBiotic Pharmaceuticals. I ricercatori hanno isolato dal suolo di un terreno del Maine, in Usa, un antibiotico appartenente a una nuova classe farmacologica, la prima veramente individuata negli ultimi 25 anni. La scoperta è avvenuta grazie ad una nuova tecnica che permette di coltivare nei loro terreni naturali, specie batteriche produttrici di antibiotici che altrimenti non sopravviverebbero in laboratorio.

Questa nuova arma, che prende il nome di teixobactin, sembra eludere il problema della resistenza antimicrobica. La notizia è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature. Questo nuovo trattamento è al momento nelle primissime fasi di studio, ma appare particolarmente promettente, anche per le prospettive che offre. Si stima che ci vorranno ancora un paio di anni prima di entrare nella fase clinica, cioè prima di iniziare gli studii sull’uomo. In tutto, lo sviluppo di un farmaco del genere potrebbe durare 5-6 anni.

Il Teixobactin agisce, a differenza di gran parte degli altri antibiotici, sulla membrana batterica dei batteri Gram positivi, e tale caratteristica lo rende immune dalle resistenze. Queste infatti sono generate dalla capacità di mutazione delle proteine batteriche, tradizionale bersaglio dei farmaci. In studi sui topi, il nuovo antibiotico ha contrastato infezioni da Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae, che possono causare emorragie e infezioni polmonari fatali. Si è dimostrato efficace anche contro l’Enterococcus, che può causare gravi infezioni in vari organi.

Non è purtroppo efficace su alcuni batteri gram-negativi (Klebsiella, Pseudomonas) spesso responsabili di gravi infezioni mortali. La resistenza agli antibiotici è rappresenta una delle principali sfide della medicina del terzo millennio.

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