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Il mondo della sanità, come dimostra ogni anno il rapporto della Corte dei Conti, è particolarmente esposto alla corruzione, nelle sue varie forme. Si stima che il 5-6% del fondo sanitario  si perda tra questi meandri. E’ stato perciò messo a punto dal Ministero della Salute un piano triennale di prevenzione della corruzione (2013-2016), da applicare negli ospedali, negli ambulatori, negli uffici amministrativi e nei servizi acquisti. Un piano che va oltre il codice penale e quello civile, volto ad allargare i controlli in tutti i settori.

Autorizzazione e concessione; scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi; concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari; concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale e le progressioni di carriera: quattro argomenti in cui annidano i maggiori rischi di possibile corruzione e su cui si concentra appunto il piano.

Il piano comprende non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati dal codice penale ma anche le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, sia evidente un malfunzionamento dell’amministrazione per «fini privati delle funzioni attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui essa rimanga a livello di tentativo».

In base al piano ogni Asl deve individuare i suoi punti critici, (quindi più attaccabili dalla corruzione), far ruotare il personale (in particolare i responsabili degli acquisti e le figure dirigenziali, non certo i medici), organizzare corsi anti-corruzione, formare gruppi di verifica continua, assicurare l’anonimato a chi segnala una truffa o presunta truffa, scrivere dei protocolli di legalità, indicare le attività incompatibili, mettere sotto la lente i precedenti penali di chi stipula accordi con il pubblico. Nel testo si parla anche di conflitto di interessi.

Entro maggio il piano, dovrebbe essere a regime ovunque. Questo significa, per esempio, che le Asl devono rispettare tre principali parametri: nominare il responsabile anticorruzione, pubblicare on line il Piano triennale e fornire informazioni sui vertici: sul direttore generale, su quello sanitario e su quello amministrativo. Il piano è visibile sul sito del Ministero.

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Un piano di prevenzione della corruzione varato dal Ministero della Salute
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