Alverio Savoia

Alverio Savoia, un altro dei figli del grande movimento artistico friulano formatosi presso la Scuola
Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, è nato nel 1939 a Pozzecco di Bertiolo in provincia di Udine e lì risiede e lavora da sempre nel suo laboratorio.

La strada è stata lunga e difficile per Alverio: è iniziata nel 1959 quando, dopo aver conseguito il diploma presso la Scuola Mosaicisti del Friuli a Spilimbergo, ha intrapreso l’attività, eseguendo, sulla facciata della chiesa di Goricizza di Codroipo, un mosaico tradotto da un bozzetto realizzato dall’artista friulano Renzo Tubaro, che lo ha assistito nelle prime esperienze lavorative, iniziandolo alla tecnica dell’affresco.

“In quel laboratorio ho dedicato la mia vita e tutta la mia passione: uscito dalla Scuola, che avevo affrontato con immensi sacrifici, sembrava essere il momento più sbagliato del mondo per iniziare a lavorare ai mosaici. Il lavoro non c’era ed erano in arrivo le piastrelle”.

Ma Alverio non si è dato per vinto e si è recato in Francia, ad Annecy, dove si è perfezionato nella lavorazione del “terrazzo” alla veneziana e, al rientro a Pozzecco, ha realizzato numerosi mosaici che, tramite l’Ente per lo Sviluppo dell’Artigianato del Friuli Venezia Giulia, sono stati esposti in numerose manifestazioni a Firenze, a Milano, a Francoforte, a Verona, a Monaco di Baviera, ecc…

Le collaborazioni sono numerose e preziose come la sua arte: con il maestro Nane Zavagno, con il quale ha collaborato ad alcune opere a Zurigo, a Klagenfurt, a Reggio Calabria e presso il Fogolar Furlan di Buenos Aires, in Argentina. Nel 2005, il patriarca ortodosso di Mosca lo ha insignito della prestigiosa croce dell’Ordine di Andrej Rublev per aver realizzato due mosaici in stile bizantino che sono stati collocati nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Nel 2016 è stato nominato Ambasciatore dell’Arte nel Mediterraneo dall’Accademia Internazionale dei Dioscuri e, infine, nell’aprile del 2017, presso la sede romana della stessa Accademia, gli è stata consegnata la Laurea Honoris Causa per aver contribuito a divulgare con grande successo la cultura dell’arte.

“Nel mio laboratorio sono passati giovani da tutto il mondo, desiderosi di imparare quest’arte. Una cosa mi sento di dire loro: iniziare quest’arte con il massimo impegno e la giusta umiltà, prendere lavori piccoli all’inizio; non si pensi di poter fare subito 200 metri di rosone perché il tempo di crescere c’è per tutti”.

Alverio Savoia parla ancora della “veneziana” come del suo primo e grande amore: “la veneziana deve essere fatta come una volta, con gli stessi criteri ecco perché gli architetti sono appassionati a questo tipo di lavoro, fatto principalmente di sfumature. Con questa opera che mi appartiene, ho ottenuto
tante soddisfazioni e riconoscimenti in tutto il mondo”.

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