Paolo Berti

Se le botteghe del pittore, come classicamente le intendiamo, ovvero luoghi fondamentali per accedere al mondo dell’arte creativa, dove Leonardo o Caravaggio sono diventati gli artisti che conosciamo, non esistono più o quasi, possiamo però scovare in giro qualcosa che gli somiglia e che può rappresentare davvero un luogo importante per un artista, un posto particolare dove alcune suggestioni e intuizioni trovano la loro sede elettiva.

Così come ci spiega Paolo Berti, un pittore artigiano, come ama botteghe artigiane D’E. Con tele, colori e pennelli Paolo Berti racconta il mondo dal suo studio di pittura definirsi, a cui piace chiamare il suo luogo creativo Officina.

“Spero presto possa diventare una bottega per alcuni pittori che hanno espresso il desiderio di lavorare con me”. Paolo Berti, è un pittore che ha esposto le sue opere in numerose mostre: personali a Roma presso la Galleria Vista e all’Istituto De Merode in Piazza di Spagna, al Kunstart di Bolzano e ancora a Madrid, con la collettiva “Roma-Cairo, colori e profumi”.

Si definisce un artigiano che plasma i sogni con l’uso delle materie, colori, tele, carte, pennelli, matite e gessetti, acquarelli o tempere.

“A seconda delle tecniche preparo il supporto con imprimiture classiche, colla di coniglio e gesso di Bologna per le tele per esempio e poi preparo la tavolozza, dove la scala dei colori deve essere rigidamente scelta a seconda delle tonalità necessarie”. È proprio nella sua officina che il pittore artigiano Berti riesce a dar vita alle sue opere, in quel luogo, che lui stesso definisce: “un buen retiro”, solitamente disordinato per la veemenza della ricerca dei materiali, è il posto insostituibile, particolare, intriso della personalità di chi lo abita.

Paolo Berti è convinto che sarebbe utile il ripristino degli antichi sistemi della bottega artigiana del pittore, così come venne intesa nei secoli passati “perché il meglio dell’arte contemporanea, possa essere rivissuto da maestri e allievi”.

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