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Caregiver familiari: una risorsa strategica per il sistema di welfare


Il Patto per un Nuovo Welfare chiede l’attuazione della Legge 33/2023
Il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, rete composta da oltre 60 organizzazioni della società civile attive nel campo della salute, dell’assistenza e della rappresentanza sociale, richiama l’attenzione delle istituzioni sul tema del riconoscimento e del sostegno strutturale ai caregiver familiari, soggetti che svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la tenuta del sistema di cura italiano.
La richiesta è precisa: occorre procedere con l’attivazione tempestiva e completa della Legge 33/2023, approvata nel marzo dello scorso anno, che delinea una riforma organica e moderna dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Tale riforma, per essere efficace, deve includere il riconoscimento giuridico, sociale e operativo del caregiver familiare come attore centrale nella rete dei servizi di lungo termine.
Il quadro demografico e sociale
Secondo i dati più aggiornati, in Italia circa 8 milioni di persone offrono cura continuativa a familiari o amici in condizioni di disabilità o non autosufficienza. Di questi, 2,3 milioni dedicano oltre 20 ore settimanali all’attività di cura, e una quota significativa non coabita con il soggetto assistito. Si tratta di un segmento della popolazione spesso invisibile alle politiche pubbliche, ma che garantisce quotidianamente il funzionamento concreto del sistema di assistenza.
Il carico di cura non riconosciuto ha implicazioni rilevanti in termini di salute psico-fisica, opportunità lavorative, stabilità economica e coesione sociale. In assenza di un supporto sistemico, si accentuano fenomeni di burnout, isolamento e impoverimento, con effetti regressivi su interi nuclei familiari.
Stress e Burnout dei Caregiver Familiari
I caregiver familiari spesso si trovano ad affrontare un elevato livello di stress a causa delle molteplici responsabilità legate alla cura di un familiare. Questo stress può manifestarsi in diversi modi, tra cui affaticamento fisico ed emotivo, ansia e depressione. Il fenomeno del burnout è particolarmente preoccupante, poiché può portare a un deterioramento della salute mentale e fisica del caregiver stesso. È fondamentale che i caregiver riconoscano i segnali di stress e cerchino supporto, sia attraverso gruppi di sostegno che tramite professionisti della salute mentale.
Problemi Economici e Supporto per i Caregiver
Molti caregiver familiari affrontano anche difficoltà economiche significative, poiché possono dover ridurre le ore di lavoro o abbandonare completamente il lavoro per prendersi cura di un familiare. È essenziale che vengano messe in atto politiche di sostegno economico, come indennità per i caregiver e accesso a servizi di formazione professionale, per alleviare il carico finanziario che questi individui devono affrontare.
La posizione dell’ANAP Confartigianato
Tra i soggetti aderenti al Patto, ANAP Confartigianato evidenzia con forza la necessità di un’azione normativa e strategica che riconosca il caregiver familiare non solo come figura di prossimità affettiva, ma come soggetto attivo del welfare comunitario, da tutelare e valorizzare con strumenti adeguati.
L’associazione, da anni impegnata nella promozione dell’invecchiamento attivo e della domiciliarità, sottolinea che la piena attuazione della Legge 33/2023 rappresenta una priorità politica per garantire un sistema sostenibile, equo e centrato sulla persona. In particolare, l’ANAP Confartigianato chiede un modello integrato di servizi socio-sanitari capace di leggere congiuntamente i bisogni dell’assistito e quelli del caregiver, rafforzando le politiche di conciliazione, sollievo e riconoscimento formale.
Verso una governance nazionale della cura
L’assenza, a oggi, di una legge nazionale organica sul caregiver familiare costituisce un limite evidente alla coerenza e all’efficacia dell’intervento pubblico. A livello territoriale, 12 Regioni hanno introdotto normative specifiche, a partire dalla L.R. 2/2014 della Regione Emilia-Romagna, che ha rappresentato un modello per il riconoscimento del caregiver. Tuttavia, in mancanza di un quadro unitario e nazionale, permangono disuguaglianze territoriali e frammentazioni operative che compromettono l’universalità del diritto alla cura.
Il Patto per un Nuovo Welfare sottolinea che il caregiver è un elemento strutturale del sistema di long-term care, la cui valorizzazione deve essere al centro delle politiche di welfare del prossimo decennio. L’invecchiamento progressivo della popolazione italiana, unito alla crescente incidenza di condizioni cronico-degenerative, impone una strategia lungimirante e intersettoriale, in grado di integrare assistenza domiciliare, semi-residenzialità e residenzialità, con una visione centrata sul progetto di vita della persona fragile e del suo contesto familiare.
Le richieste del Patto: obiettivi strategici
Alla luce delle criticità attuali e delle potenzialità di riforma, il Patto per un Nuovo Welfare individua alcune priorità politiche e operative:
- Attuazione piena della Legge 33/2023, con una roadmap vincolante e risorse dedicate.
- Adozione di una legge nazionale sul caregiver familiare, che superi le disomogeneità regionali e definisca criteri uniformi di riconoscimento, tutela e sostegno.
- Integrazione strutturale tra sanità e servizi sociali, orientata alla presa in carico multidimensionale della persona.
- Sviluppo di servizi di sollievo, formazione e supporto psicologico, per prevenire l’usura fisica ed emotiva dei caregiver.
- Misure di conciliazione tra cura e lavoro, con strumenti flessibili e innovativi di welfare aziendale e previdenziale.
L’approvazione di una normativa organica nazionale rappresenta una scelta di civiltà, ma anche un’opportunità concreta per rafforzare la coesione sociale e la qualità della vita di milioni di cittadini.

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