Il potere degli Antiossidanti

Benessere & Salute - ANAP Medicina

Nell’ultimo ventennio la ricerca scientifica ha permesso di acquisire informazioni fondamentali per chiarire un affascinante e complesso capitolo della biochimica: quello degli antiossidanti.

Il potere antiossidante è alla base della conservazione strutturale dell’organismo umano: infatti nel corso delle reazioni biochimiche si vengono a creare diversi tipi di radicali acidiche sono in grado di compromettere l’integrità delle stutture lipidiche, in primis quelle delle membrane cellulari, attraverso un processo di ossidazione.

Vitamina E, Selenio, Glutatione, Coenzima Q10 (solo per citare le principali sostanze antiossidanti) autonomamente oppure nell’ambito di sistemi enzimatici più complessi (Glutatione Perossidasi, Superossidodismutasi) sono indispensabili nel proteggere la cellula dall’accumulo di radicali acidi, responsabile dello stress ossidativo (1).

L’azione primaria di tali sistemi è a carico di acidi grassi polinsaturi: infatti tali composti sono i primi a subire il rischio di ossidazione (o saturazione) dovuta agli agenti ossidanti (o radicali liberi). Sarebbe difficile, al fine di comprendere la vastità di applicazioni terapeutiche e l’utilizzo su vasta scala che se ne propone, separare lo studio degli antiossidanti da quello di un particolare gruppo di acidi grassi polinsaturi: gli Acidi Grassi Essenziali (EFA).Questi ultimi, oltre alla funzione strutturale, sono a loro volta i precursori di una complessa categoria di molecole di elevata importanza biologica: le prostaglandine (2).

L’azione degli antiossidanti è in parte strettamente connessa alla loro interazione con gli EFA: infatti se gli EFA garantiscono, oltre alla succitata funzione strutturale, la produzione di prostaglandine della serie 1 e 3 (che svolgono azione antinfiammatoria, immunomodulatrice, antiaterogena ed antitrombotica), gli antiossidanti ne impediscono l’ossidazione sia a livello delle struttura cellulare sia nelle reazioni biochimiche che ne prevedono l’utilizzo.

Risulta chiaro come a livello di integrazione alimentare (a titolo preventivo o negli stati patologici) sia di gran lunga preferibile somministrare contemporaneamente antiossidanti e EFA, anche se l’utilizzo di una sola di queste categorie di composti è già sicuramente efficace (3). A questo proposito vale la pena citare (anche a livello storico, trattandosi della prima segnalazione in area pediatrica dell’utilizzo degli antiossidanti in tale situazione), l’effetto documentato del Selenio e della Vitamina E sulla riduzione dei valori di colesterolemia totale(4) (5), uno dei tanti utilizzi per il quale tali sostanze vengono proposte. Analoghe esperienze sono riportate in letteratura utilizzando la sola Vitamina E negli adulti.

In questo caso l’azione degli antiossidanti sembra legata alla protezione da loro esercitata nei confronti degli acidi grassi polinsaturi in genere, ed in particolare degli EFA: anche la sola somministrazione di questi ultimi (ed in particolare di un loro derivato, l’acido eicosapentanoico o EPA) è stata infatti correlata a riduzione dei tassi di colesterolo LDL (6).

La giustificazione dell’utilizzo di antiossidanti ed EFA in un campo così apparentemente lontano quale appare quello dei disordini immunitari (7) e delle patologie allergiche (8), va ricercato proprio nel complesso metabolismo, in parte accennato in precedenza, degli EFA stessi e dei loro derivati. Val la pena di aggiungere che gran parte dei fenomeni legati all’immunità sono in stretta connessione con le attività delle membrane cellulari e come l’integrità di quest’ultime sia fondamentale per un corretto funzionamento del sistema. Per sintetizzare, un aumentato apporto dietetico di alcuni derivati degli EFA (precisamente il gamma-linolenico o GLA, il già citato eicosapentanoico o EPA e il docosaesanoico o DHA) è in grado di aumentare la produzione di prostaglandine della serie 1 e della serie 3, ad azione antinfiammatoria e immunomudolatrice a scapito di quelle di serie 2, derivate dall’acido arachidonico ed a loro volta progenitrici dei trombossani, che svolgono invece attività proinfiammatoria e proaggregante piastrinica (motivo per cui sono implicate tra l’altro nel processo di aterogenesi). L’acido arachidonico non delle membrane cellulari. Normalmente il GLA, il DHA e l’EPA vengono prodotti dall’organismo a partire dagli EFA attraverso un enzima, la delta-6 desaturasi, la cui attività può però essere ridotta da diverse condizioni (dieta ricca in colesterolo e grassi saturi, diabete, infezioni, etc…).

Alla luce della molteplicità delle situazioni alla base di un possibile decremento dell’attività enzimatica della delta-6 desaturasi, appare del tutto corretta l’integrazione alimentare con EFA e/o antiossidanti a scopo terapeutico e preventivo nelle succitate eventualità. Risulta inoltre del tutto giustificata la particolare attenzione rivolta dall’industria alimentare per una corretta implementazione con tali nutrienti a partire dalle formule dei latti adattati.

  1. Halliwell B, Gutteridge JMC, Free Radicals in Biology and Medicine, 2nd ed, Oxford University Press, Oxford, 1989
  2. Horrobin DF: the regulation of prostaglandin biosynthesis by the manipulation of essential fatty acid metabolism.Rev Pure Appl Pharmacol Sci.1983,4: 339-383
  3. Infante JP. Vitamin E and Selenium participation in fatty acid desaturation . Molec Cell Biochem 69:93,1986
  4. Mazzanti R., Tazzari R.,Sensibile calo della colesterolemia totale in un bambino affetto da ipercolesterolemia familiare trattato con Vitamina E e Selenio in aggiunta ad una dieta modicamente ipocalorica, normolipidica, a contenuto controllato di colesterolo.Rivista Italiana di Pediatria 17/2 pag.227, 1991
  5. Mazzanti R.,Balsamo A.,Tazzari R.,Tridapalli E.,Arnaldi C.,Cacciari E.Dati preliminari sul trattamento con Vitamina E e Selenio di bambini con ipercolesterolemia.Atti del V°Convegno Internazionale UNICEF ( attualità in nutrizione infantile), Napoli 1992.
  6. Illingworth DR, Harris SW,Connor WE.:inibition of low density synthesis by dietary omega-3 fatty acid in humans. Arteriosclerosis 1984, 4:270-5.7) Harbige LS.:Dietary n-6 and n-3fatty acids in immunity and autoimmune disease. Proc Nutr Soc 1998 Nov;57(4):555-628) Passi S. Biochemical aspects of seborrheic dermatitis.Boll Ist Derm S Gallicano 19,1994
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