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Il Governo ha approvato, nella notte tra il 21 e il 22 novembre, il testo del disegno di legge di Bilancio 2023, una Manovra da 35 Miliardi che adesso si appresta a iniziare l’iter parlamentare che dovrà portare alla sua approvazione definitiva entro la fine dell’anno.

Nel comunicato stampa del Governo si apprende che la Manovra ha un approccio “prudente e realista”, che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e al contempo sostenibile per la finanza pubblica, concentrando gran parte delle risorse disponibili – 21 Miliardi – sugli interventi a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione. Altre risorse sono stanziate per interventi di riduzione del cuneo fiscale e dell’Iva su alcuni prodotti, di aumento dell’assegno unico per le famiglie, per agevolazioni sulle assunzioni a tempo indeterminato per donne under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza, per la proroga delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa per i giovani.

In attesa di conoscere il testo del Disegno di legge che sarà presentato in Parlamento, e quindi di commentare più ampiamente i dettagli della Manovra che ci interessano come pensionati e anziani, ci preme mettere in rilievo che, secondo le anticipazioni del Governo e della stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la legge di Bilancio verranno modificati i criteri per la rivalutazione delle pensioni nel 2023 e, di conseguenza, varieranno gli importi degli aumenti dal 1° gennaio prossimo rispetto a quanto finora era stabilito.

La norma non è stata ancora definita con precisione e non sono quindi state presentate le tabelle riguardanti le rivalutazioni per ogni singola fascia di reddito, ma sembra che la nuova misura porterà un effetto negativo per alcuni pensionati (quelli da un certo reddito in su), ma vedrà anche un aumento maggiore del previsto per altri (i pensionati al minimo).

Come spiegato da Meloni in conferenza stampa, il Governo ha “deciso di aiutare le pensioni minime”, aumentando maggiormente l’importo per chi percepisce un assegno più basso, per cui per questa fascia di pensioni la rivalutazione non sarà solamente del 100%, ma del 120%. Per le pensioni fino a 2mila euro (e oltre) la rivalutazione dovrebbe essere del 100%, e poi, man mano che la pensione aumenta, la percentuale di aumento dovrebbe diminuire, anche consistentemente.

Finora la rivalutazione delle pensioni era disciplinata da un decreto, firmato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che prevede un aumento del 7,3% dal primo gennaio 2023, per adeguare gli importi all’inflazione. Si prevedeva una rivalutazione del 100% per i trattamenti fino a quattro volte il minimo, per poi scendere al 90% tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% per le pensioni sopra le cinque volte il minimo. Queste regole sono destinate a cambiare con la Manovra.

Ovviamente si tratta di un cambiamento che ci interessa moltissimo e che, se dovesse essere confermato nel testo del Disegno di legge ufficiale, produrrebbe degli effetti di rilievo, da una parte positivi e dall’altra negativi, sul reddito di molti pensionati, per cui attendiamo con ansia di conoscere il dettaglio della nuova normativa e torneremo presto sull’argomento.

Image by jcomp on Freepik

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Anticipazioni del Presidente del Consiglio Meloni. Modifiche di rilievo alla rivalutazione pensioni nel 2023
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