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E’ stata depositata il 9 novembre, la sentenza n. 234 della Corte costituzionale relativa alle misure di contenimento della spesa previdenziale disposte dalla legge di bilancio 2019 (Legge n. 145/2018) a carico delle pensioni di elevato importo, le cosiddette pensioni d’oro.

Secondo la Corte “la misura limitativa della rivalutazione automatica, finalizzata dal legislatore al perseguimento di obiettivi interni al sistema previdenziale non viola i principi di ragionevolezza e proporzionalità, poiché comunque garantisce un – seppur parziale, ma non simbolico – recupero dell’inflazione anche alle pensioni di maggiore consistenza”.

Per quanto concerne invece il contributo di solidarietà, sempre ad avviso della Corte, è “costituzionalmente tollerabile in quanto opera secondo un criterio di progressività e fa comunque salvo il trattamento minimo di 100mila euro lordi annui”. La durata del provvedimento peraltro “è eccessiva rispetto all’ordinaria proiezione triennale del bilancio di previsione dello Stato e all’estensione nel tempo degli obiettivi perseguiti dalla misura, oltre che disallineata rispetto al limite temporale dell’intervento limitativo della perequazione, pur disposto nella medesima legge di bilancio“. Secondo la Suprema corte non può quindi andare oltre il triennio.

Il contributo di solidarietà, pertanto, durerà fino al 31 dicembre 2021.

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Corte Costituzionale e pensioni d’oro sì ai prelievi di solidarietà ma solo per tre anni
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