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Sono state 12000 le dichiarazioni di emersione dal lavoro irregolare giunte al terminale del Ministero dell’Interno alle 18 di sabato 15 settembre, primo giorno utile per presentare le domande. Lo riferisce il sito ’Immigrazioneoggi’ che ha elaborato i dati giunti dal Viminale. Vi sarà tempo fino al 15 ottobre per tale regolarizzazione senza alcun tetto massimo al numero di posizioni che potranno essere sanate. “I dati del primo giorno sono, quindi, parziali – commenta il sito – avendo i datori di lavoro ampio margine per presentare la pratica. i numeri quindi sicuramente cresceranno nel corso del periodo.”

Altre 13.000 dichiarazioni sono pervenute tra il 16 e il 23 settembre.
I potenziali lavoratori da far emergere si attesterebbero, comunque, secondo la stima della Fondazione Moressa, intorno ai 380 mila. Stando ai primi dati diffusi dal Viminale, quelli di sabato, i moduli relativi a collaboratori familiari sono stati 2.900, 1.171 gli assistenti a persona non autosufficiente e 97 gli assistenti a persona autosufficiente. Solo 379 quelli per lavoro subordinato. Dai dati del Viminale si evince, inoltre, che dalla provincia di Napoli sono state inviate il maggior numero di domande, 790, seguita da Roma con 742 e Milano con 670. L’ultimo dato del Viminale riguarda la modalità di presentazione: 3.409 domande inviate da privati, 984 da patronati e 154 da consulenti del lavoro.

La possibilità di regolarizzare i lavoratori immigrati, com’è noto, è stata prevista dal Decreto legislativo n. 109 del 16 luglio 2012, n. 109, entrato in vigore il 9 agosto scorso che contiene norme per regolarizzare posizioni di cittadini stranieri presenti in Italia non in regola con il permesso di soggiorno e impiego. Con il Decreto legislativo n. 109 è stata data, infatti, attuazione alla direttiva 2009/52/CE che intende rafforzare la cooperazione tra stati membri nella lotta contro l’immigrazione clandestina, introducendo il divieto per i datori di lavoro di impiegare cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, nonché norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di tali datori di lavoro.

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