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Pensioni artigiane. Prelievo fiscale e inflazione: la preoccupazione dei pensionati artigiani sardi che perdono 900 euro l’anno


Giovanni Mellino (Presidente ANAP Confartigianato Sardegna e Vice Presidente Nazionale) “Serve una giustizia fiscale vera e un meccanismo di indicizzazione che rispecchi i prezzi reali”.
Le pensioni vanno in picchiata, perdono potere d’acquisto e costringono gli ex artigiani a lavorare per necessità.
L’allarme lo lancia ANAP Sardegna, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Sardegna, dopo la presentazione di uno studio del Centro Europa Ricerche (Cer), del Comitato Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo (Cupla) e dell’ANAP Confartigianato, che fotografa un’emorragia silenziosa che pesa sempre più sulle tasche dei pensionati italiani.
Secondo il rapporto, il potere d’acquisto delle pensioni degli autonomi è in caduta libera: tra il 2009 e il 2025 una pensione lorda tipo da 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese, pari a quasi 900 euro l’anno, per effetto dell’inflazione e di un prelievo fiscale che ha annullato i benefici di due riforme susseguitesi nel periodo.
L’analisi sottolinea tre nodi fondamentali: la perdita di potere d’acquisto, gli effetti del drenaggio fiscale e le persistenti disparità tra fasce di reddito e rileva anche come il meccanismo d’indicizzazione legato all’indice Istat Foi, non tuteli né le pensioni minime, né quelle medio-alte, mentre beni essenziali come alimentari, energia e sanità rincarano più del paniere medio.
“Da decenni denunciamo l’erosione dei redditi da pensione degli ex autonomi: il sistema fiscale penalizza chi ha lavorato una vita creando impresa, occupazione e benessere per il Paese – afferma Giovanni Mellino, Presidente di ANAP Sardegna, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Sardegna – non possiamo più accettare questa ingiustizia. Servono interventi rapidi e strutturali. Ci sono piccoli artigiani che continuano a lavorare per necessità e anche per aiutare i loro figli”.
“Siamo preoccupati perché anche la classe media dei pensionati va in difficoltà: la vita costa sempre di più e curarsi, oggi, è oneroso – incalza il Presidente – tanti anziani rinunciano alle cure perché le liste d’attesa sono lunghe e il privato è inaccessibile. Anche le pensioni medie, che un tempo sostenevano le famiglie, hanno perso potere. La politica deve restare vigile: non è solo questione di dignità, ma di sostenibilità del nostro welfare”.
Per ridare ossigeno ai redditi più fragili, l’Associazione degli Artigiani di Confartigianato propone di sostituire l’indice Foi con l’Ipca europeo, che fotografa meglio la spesa reale, e di introdurre un bonus Irpef da 960 euro l’anno (12 rate mensili) per i pensionati con redditi fra 7.800 e 15.000 euro, misura che alleggerirebbe il carico fiscale a 3,6 milioni di persone.
“Vogliamo lanciare un messaggio chiaro alla politica – prosegue Mellino – soprattutto in Sardegna dove gran parte del tessuto produttivo fondato su artigianato e piccola impresa ha generato una platea ampia di pensionati autonomi: senza correttivi, la perdita di potere d’acquisto rischia di alimentare ulteriore povertà ed escludere gli anziani dall’accesso a servizi essenziali”.
“Come Anap Sardegna – conclude il Presidente dei pensionati di Confartigianato Sardegna – rilanciamo la richiesta di un confronto urgente con i Governi regionale e nazionale sulla rivalutazione delle pensioni, abbattimento del cuneo fiscale e sostegno alla sanità territoriale, per evitare che la forbice fra costo della vita e assegni pensionistici diventi insostenibile”.
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- Inflazione, Pensioni

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