Riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti

26 Luglio, 2021
le proposte per un nuovo welfare per anziani non autosufficienti

Le proposte del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”. Dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) scaturisca una grande riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti che punti alla integrazione degli interventi socio-sanitari, tenendo conto delle specifiche ed eterogenee condizioni degli anziani e delle loro famiglie, incrementando i finanziamenti pubblici in particolare per i servizi domiciliari e residenziali e puntando sulla innovazione.

È questa in sintesi la riforma che il neonato “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”, – a cui aderisce anche l’Anap Confartigianato - chiede al Parlamento e ai Ministri della Salute Roberto Speranza e del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, presenti ad un Seminario pubblico svoltosi il 20 luglio scorso.

Secondo l’ultimo Dossier Istat, il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni è notevolmente aumentato, passando dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (era il 148,7% nel 2001).

Oggi sono circa tre milioni gli anziani non autosufficienti, ossia coloro che non sono in grado di svolgere da soli le normali attività quotidiane e hanno bisogno di un accompagnamento: rappresentano il 5% della popolazione e il loro numero è destinato a raddoppiare entro il 2030.

Grazie anche a questa unione di forze della società civile che compongono il “Patto”, è stato inserito nel PNRR un progetto di riforma radicale della legislazione sulla non autosufficienza atteso dalla fine degli anni ’90, con la previsione di un investimento di tre miliardi e mezzo di euro. Un'occasione imperdibile per dare risposte alle esigenze degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie, formalizzata dalle organizzazioni ed accolta dalle istituzioni e che, a partire da oggi, può tradursi in realtà grazie alle proposte e al confronto continuo fra i vari attori.

Il “Patto” ha elaborato un documento con le prime cinque proposte sintetiche, ma estremamente operative, che è stato presentato ai rappresentanti istituzionali presenti all’incontro. Eccole in breve:

  • Fare la storia. Considerando il tema della non autosufficienza nella sua globalità e ridefinendo l’insieme degli interventi socio-sanitari finalizzati all’assistenza agli anziani.
  • Superare la frammentazione. Promuovendo un approccio unitario, a partire dall’elaborazione congiunta della riforma tra i Ministeri della Salute e del Welfare.
  • Riconoscere la specificità della non autosufficienza. Nel definire ogni aspetto della riforma, prendere in considerazione le specifiche condizioni degli anziani non autosufficienti, e la loro eterogeneità.
  • Investire per cambiare. Incrementare i finanziamenti pubblici dedicati alla non autosufficienza, in particolare ai servizi (domiciliari, intermedi e residenziali). Ciò seguendo una semplice regola: ogni euro stanziato in più deve essere finalizzato a innovare le risposte.
  • Connettere interventi transitori e riforma. Avviare il cantiere della riforma, elaborando congiuntamente il testo generale e gli interventi transitori. È da questi ultimi infatti che si compie il primo passo del complessivo percorso di cambiamento.

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