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Nella seduta dell’11 aprile scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF) per il triennio 2024-2026, che è stato successivamente trasmesso al Parlamento per la discussione generale e la votazione.

Il Comunicato del Governo spiega che il DEF 2023 tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse, oltre che per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale.

Il Governo precisa che gli obiettivi prioritari che ispirano e delineano la politica economica dell’Esecutivo possono essere sintetizzati nel sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore di famiglie (in particolare per quelle numerose per le quali sono previste misure anche nella riforma fiscale) e imprese, nonché misure destinate a rilanciare gli investimenti e rafforzare la competitività del Paese nella sostenibilità dei conti pubblici con una graduale riduzione di deficit e debito.

Le previsioni di crescita del PIL contenute nel documento si collocano nel solco già tracciato dal Documento programmatico di Bilancio (Dbp) dello scorso novembre e dalla Legge di Bilancio 2023, confermando l’approccio prudente finalizzato a dare messaggi di serietà e affidabilità sia ai mercati sia all’Unione Europa.

Di seguito si riportano in sintesi alcuni punti salienti del DEF.

Debito

Nel 2022 il rapporto debito/PIL è risultato pari al 144,4%, cioè 1,3% inferiore rispetto alla previsione del Documento programmatico di Bilancio dello scorso novembre. Coerentemente con gli obiettivi indicati nello scenario programmatico, il debito è previsto in discesa progressiva al 142,1% nel 2023, al 141,4% nel 2024, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026.

Deficit

Sono confermati gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel Documento programmatico di Bilancio dello scorso novembre. Ovvero:

  • 4,5% nel 2023;
  • 3,7% nel 2024;
  • 3% nel 2025;
  • 2,5% nel 2026.

PIL (Prodotto Interno Lordo)

Secondo le stime del Governo, nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL crescerà per il triennio 2024-2026:

  • dello 0,9% nel 2023 (era 1 nel documento programmatico di Bilancio), mentre nel Dpb di novembre la crescita era fissata allo 0,6%;
  • dell’1,4% nel 2024 (era 0,5 nel documento programmatico di Bilancio);
  • dell’1,3% nel 2025 (uguale a quanto previsto nel documento programmatico);
  • dell’1,1% nel 2026 (uguale a quanto previsto nel documento programmatico).

Deficit

Sono confermati gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel Documento programmatico di Bilancio dello scorso novembre. Ovvero:

  • 4,5% nel 2023;
  • 3,7% nel 2024;
  • 3% nel 2025;
  • 2,5% nel 2026.

Risorse aggiuntive 2023 per taglio cuneo fiscale

A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del PIL, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà al Governo di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso.

Riduzione pressione fiscale

Stando al documento approvato dall’Esecutivo, la pressione fiscale dovrebbe passare dal 43,3% nel 2023 al 42,7% entro il 2026. Già a partire da gennaio 2024 il Governo prevede la riduzione da 4 a 3 delle attuali aliquote IRPEF. Probabilmente, le aliquote saranno accorpate per garantire vantaggi a chi guadagna meno di 35.000 euro, ma questa decisione spetterà poi al Parlamento e ai Decreti Legislativi ad hoc che il Governo farà sul Fisco.

Taglio alle detrazioni

Il Governo prevede anche un taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali che costano allo Stato ogni anno circa 150-160 miliardi di euro. L’obiettivo è semplificarle e ridurle, specie quelle per le classi di reddito più alte. Non saranno cambiate le detrazioni o le deduzioni su sanità, famiglia, scuola e casa.

Aiuti contro l’inflazione

Il Governo annuncia nel DEF 2023 che metterà in campo delle misure e degli aiuti per frenare l’inflazione. Lo scopo è quello di azzerare man mano l’IVA soprattutto sui beni di prima necessità. Dovrebbe esserci, poi, dal 2024 una forte semplificazione dell’IVA, in modo da allineare il sistema delle aliquote ai criteri UE.

PNRR

Il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del PNRR. A proposito del DEF, però, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea che per rendere il Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il PNRR. Piuttosto, è necessario investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa.

Politiche sociali

Sono scarse le risorse previste per voci di politica sociale. Per la sanità, in particolare, il rapporto Spesa sanitaria/PIL scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 pari al 6,4%, prima della pandemia.

Foto fonte: agendapolitica.it

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DEF 2023 approvato dal Governo Avviato l’iter per la Legge di Bilancio 2024
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