Si sono tenuti nel trentino 4 convegni sulla medicina di genere, a cura del reparto di cardiologia di Rovereto, primario dott. Maurizio Del Greco. Molto folta e interessata la partecipazione a Fiera di Primiero, Comano Terme, Baselga di Pinè e Caldonazzo per un totale di più di 500 persone.

Il tema è di estremo interesse e apre nuove prospettive nelle cure soprattutto delle malattie cardiovascolari. E’ intenzione dell’Anap del Trentino proseguire su questa strada cercando di sviluppare un connubio con la telemedicina che mai come nelle malattie cardiovascolari sta rivelando tutta la sua importanza e utilità.

La medicina di genere (MdG) o, meglio, la medicina genere-specifica è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonchè negli stili di vita e nella risposta ai nutrienti. Anche l’accesso alle cure presenta rilevanti diseguaglianze legate al genere.

La MdG nasce in ambito cardiologico quando nell’estate del 1991 compare sulla rivista New England Journal of Medicine l’articolo la “Sindrome di Yentl” dove la professoressa Bernadine Healy scriveva di come nella pratica clinica vi fossero dei pregiudizi legati al sesso nella gestione della cardiopatia ischemica (la patologia delle coronarie di cui fa parte l’infarto miocardico e l’angina pectoris) per cui le donne ricevevano meno esami diagnostici e meno trattamenti quando ricoverate per un problema cardiaco (infarto, angina).

La cosa era ed è di particolare rilevanza in quanto dagli anni novanta è noto come le malattie cardiovascolari costituiscano la principale causa di morte per le donne in tutto il mondo occidentale, compresa l’Italia, e attualmente più donne che uomini muoiono di malattie cardiovascolari (la cosa vale anche in Trentino). 

Un progressivo allungamento della vita media (in particolare per le donne), il frequente riscontro di sintomi infartuali “atipici” nella donna, la scarsa consapevolezza da parte delle donne stesse e dei loro medici a questo “nuovo” problema di salute, l’insufficiente rappresentatività del sesso femminile negli studi scientifici sono tra i motivi principali riconosciuti di questo fenomeno.

La MdG ha come obiettivo quello di migliorare ulteriormente le conoscenze scientifiche e approfondire i motivi di questo paradosso della Medicina moderna, fornendo soluzioni per sanarlo nell’ottica più ampia della medicina di precisione. La MdG è stata quindi inserita da qualche anno nel percorso formativo universitario della scuola di Medicina così come sono sorti alcuni ambulatori di Cardiologia di Genere tra cui quello aperto nel 2014 presso la Cardiologia dell’ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto. Allo stato attuale delle conoscenze quello che le donne e i loro medici devono assolutamente sapere è che le malattie cardiovascolari sono una patologia che colpisce frequentemente anche il sesso femminile a volte con forme cliniche e strumentali diverse da quelle maschili.

Prevenzione, diagnosi e cura delle malattie cardiovascolari, che grandi risultati in termini di prognosi hanno dato negli uomini, devono quindi essere praticate anche nella popolazione femminile, in particolare nel periodo post menopausa.

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