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Parte la nuova Prestazione Universale per i non autosufficienti


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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, nei giorni scorsi, del Decreto attuativo della legge delega 33/2023, è stata resa operativa la Prestazione Universale per gli anziani gravemente non autosufficienti. Questa prestazione, in fase sperimentale per il biennio 2025-2026, rappresenta un potenziale aiuto a quegli anziani con redditi molto bassi che hanno bisogno di essere assistiti continuativamente.
Vediamo come funziona e chi ha diritto alla prestazione, anche sulla base del Messaggio n. 1401/2025 con cui l’INPS ha fornito ulteriori dettagli operativi.
Finalità della Prestazione Universale
La Prestazione Universale è un nuovo strumento di sostegno economico mirato specificamente alle persone anziane con una condizione di non autosufficienza gravissima. Non è un beneficio per tutti gli anziani non autosufficienti, ma è limitato ad una platea ben definita e particolarmente fragile.
Gli obiettivi principali di questa misura sarebbero quelli indicati (per tutti i non autosufficienti) in via di principio nella Legge delega n. 33:
- semplificare e razionalizzare gli interventi;
- dare sostegno economico alle famiglie con non autosufficienti;
- incentivare le cure a domicilio;
- favorire la regolarizzazione di badanti e assistenti familiari.
Requisiti fondamentali
Il diritto a questa prestazione è subordinato al possesso contemporaneo dei seguenti requisiti:
- aver compiuto almeno 80 anni;
- possedere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) in corso di validità inferiore a 6.000 euro annui;
- trovarsi in una condizione di non autosufficienza gravissima.
Per soddisfare il terzo requisito bisogna essere titolari dell’indennità di accompagnamento oppure possedere i requisiti sanitari per ottenerla, per quanto non è stata ancora formalmente richiesta o riconosciuta. Poi è anche necessario ottenere una specifica certificazione della condizione di bisogno assistenziale gravissimo da parte delle commissioni di valutazione competenti, validata dall’INPS.
Importo e componenti della Prestazione Universale
L’importo della Prestazione Universale è la somma di due componenti distinte:
- Indennità di accompagnamento, che è pari attualmente a circa 570 euro mensili;
- Quota integrativa, che può arrivare fino a un massimo di 850 euro mensili.
La quota integrativa non è erogata automaticamente, ma solo se il beneficiario sostiene effettivamente le spese per l’assistenza, pagando i costi delle badanti, assunte con regolare contratto di lavoro domestico, oppure pagando servizi di assistenza forniti da imprese qualificate (ad esempio i servizi di assistenza domiciliare).
Sommando l’Indennità di accompagnamento e la Quota integrativa, si può arrivare ad ottenere un massimo di 1.420 euro al mese.
Presentazione della domanda e documentazione necessaria
Le domande per la Prestazione debbono essere presentate esclusivamente online tramite il portale web dell’INPS, allegando tutta la documentazione sanitaria necessaria a dimostrare lo stato di bisogno assistenziale gravissimo (requisiti per l’indennità di accompagnamento) e l’attestazione dell’ISEE inferiore a 6.000 euro. Non sono previste modalità cartacee. Chi ha difficoltà ad utilizzare autonomamente gli strumenti digitali può rivolgersi ai Patronati.
L’INPS, entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda dovrà comunicare l’esito di accoglimento o rigetto e procedere all’eventuale erogazione.
Per ottenere l’indennità di accompagnamento (570 €/mese) è necessaria la verifica dei requisiti sanitari ed economici attraverso le consuete procedure INPS, per ottenere e mantenere l’erogazione della quota integrativa (fino a 850€/mese) bisogna dimostrare l’effettivo sostenimento delle spese per l’assistenza. A tal scopo bisogna produrre copia del contratto di lavoro regolarmente registrato all’INPS per la badante, con le relative buste paga mensili. Nel caso si utilizzino Servizi di Assistenza Professionali, sono necessarie le fatture elettroniche rilasciate dalle imprese, cooperative sociali o enti che forniscono i servizi.
La nuova prestazione universale, che per ora è solo in fase di sperimentazione, riguarda solo anziani ultraottantenni gravemente non autosufficienti e con una condizione reddituale molto al di sotto di ogni limite di povertà. I requisiti così stringenti limitano molto la platea che avrà accesso ai benefici, lasciando il problema immutato per la quasi totalità delle famiglie italiane che hanno in casa anziani bisognosi di assistenza continua.
L’importo massimo potenziale di 1.420 euro al mese rappresenta indubbiamente un aiuto concreto alle famiglie, ma copre poco più della metà del costo di una badante regolarizzata.

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