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Il Presidente dell’Inps Antonio Mastropasqua ha illustrato di recente alla Camera il rapporto annuale dell’Istituto, ricco di dati e di spunti di riflessione. I dati più rilevanti: in Italia le pensioni erogate sono circa 18 milioni, a fronte di 16 milioni e 600 pensionati (oltre 1 milione di pensionati percepisce più di un trattamento); la media delle pensioni è di 770 euro al mese; l’assegno delle donne vale la metà di quello degli uomini; solo l’11% dei pensionati riceve un reddito superiore a 1.500 euro.

Il disavanzo dell’Istituto risulta essere di oltre 5,97 miliardi per la gestione finanziaria 2012, con un peggioramento di oltre 5,2 miliardi rispetto al preventivo per l’anno in corso che era pari a 736 milioni. Tale disavanzo è peraltro riconducibile interamente ai conti dell’ex Inpdap, che insieme all’Enpals, è stato soppresso ed è confluito nell’inps per effetto del decreto Salva-Italia. La situazione patrimoniale dell’Ente a fine 2012 è stimata in 28,6 miliardi.

In totale, e la stima è aggiornata al 31 dicembre 2011, i pensionati dell’Istituto sono 13.941.802 (16,6 milioni se si considerano anche i pensionati Inpdap e Enpals), 59% dei quali donne, che percepiscono il 44% del totale degli importi pensionistici mentre gli uomini che rappresentano il 41% del totale dei pensionati possono contare sul 56% dei redditi da pensione. Il reddito pensionistico medio è pari a 1.131 euro al mese, di gran lunga superiore alla pensione media che si attesta attorno a 770 euro mensili. Ci sono 361 euro di differenza tra reddito e pensione medi e questo è possibile, spiega l’Inps, perché i pensionati possono essere titolari di più trattamenti.

Scendendo al dettaglio, solo il 2,9% dei pensionati, ovvero 403 mila persone, può contare su un reddito pensionistico mensile superiore ai 3.000 euro, mentre ben il 76,2% (quindi oltre tre quarti del totale) deve fare i conti con meno di 1.500 euro. Infine, sono quasi 2,4 milioni i pensionati (il 17,4% del totale) che percepiscono una pensione mensile inferiore ai 500 euro. Il reddito pensionistico medio è in crescita (+4,33%) rispetto ai 1.084 del 2010. Tuttavia, il dato è sì aumentato, ma molto è dovuto alle nuove pensioni con importo più alto rispetto a quelle estinte.

Parlando di medie, l’importo delle pensioni (sia previdenziali che assistenziali) è pari, come detto, a 770 euro. Le pensioni previdenziali (ovvero quelle che traggono origine da contribuzione) invece hanno un importo medio di 859 euro, mentre quelle assistenziali valgono in media 399 euro.

Il valore medio delle pensioni percepite dalle donne (569 euro) è notevolmente inferiore a quello dell’assegno medio degli uomini (1.047 euro). Questa differenza tra generi è dovuta alla maggiore presenza femminile fra i titolari di prestazioni assistenziali (di importo più basso) sia ai valori medi delle pensioni previdenziali, più basse per le donne (che sono titolari soprattutto delle pensioni di vecchiaia) mentre gli uomini sono largamente prevalenti tra i titolari delle pensioni di anzianità che hanno importi medi più alti.

Infine, se si guarda agli importi delle pensioni (18,3 milioni di assegni compresi 2,7 milioni di invalidità civile) quasi la metà (9 milioni di trattamenti pari al 49,1%) è inferiore ai 500 euro mentre un altro 27,9% è tra i 500 e i 1.000 euro (il 77% del totale quindi è sotto i 1.000 euro). Solo 265.143 assegni sono superiori a 3.000 euro e tra questi solo 20.092 erogati a donne. Il 59,7% delle pensioni erogate a donne è sotto i 500 euro.

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