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Anziani non autosufficienti: la Prestazione universale delude, novità in arrivo nel 2026
La “Prestazione Universale” per anziani non autosufficienti fragilissimi (introdotta in attuazione della legge sulla non autosufficienza) è una sperimentazione in corso, valida dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, che integra l’indennità di accompagnamento con un assegno di assistenza fino a 850 euro mensili per coprire costi di cura e assistenza.
La Legge di Bilancio 2026 potrebbe intervenire per apportare modifiche, dal momento che l’andamento della sperimentazione è stato molto deludente. Infatti, secondo i dati aggiornati fino a settembre sono stati solo 2 mila gli anziani beneficiari della prestazione sui 25mila attesi.
Le modifiche saranno naturalmente definite in base ai risultati della fase sperimentale ma non potranno non riguardare, anzitutto, il requisito reddituale.
Requisiti per accedere alla Prestazione universale
In realtà i requisiti attualmente previsti sono molto stringenti. In particolare, si richiede:
- Età superiore o uguale a 80 anni
- ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro
- Essere titolari dell’indennità di accompagnamento o possedere i requisiti per ottenerla
- Bisogno assistenziale gravissimo, certificato tramite una valutazione multidimensionale.
Inoltre
- Non è un importo erogato liberamente, ma deve essere speso per coprire i costi dell’assistenza.
- I fondi possono essere usati per:
- Assumere un assistente familiare (lo stipendio deve essere rendicontato tramite busta paga).
- Acquistare servizi di assistenza sociale non residenziale (curi alla persona, lavanderia, telesoccorso, ecc.), documentando la spesa con fatture elettroniche.
Criticità della misura e prospettive di riforma nel 2026
A nostro avviso il provvedimento, in ogni caso, rappresenta soltanto poco più di una goccia rispetto alle esigenze delle persone che si trovano in situazioni di estrema fragilità assistenziale. A parte il fatto che non si comprende il limite di età dal momento che in questa situazione si può trovare anche chi ha meno di 80 anni, non vi è dubbio che l’intervento economico è ben lungi dal coprire tutte le spese necessarie per un’assistenza adeguata.
Vanno forse perseguite anche altre strade, a cominciare dall’incremento delle strutture dedicate. Vero è che qualunque soluzione “totale” al problema rappresenterebbe per lo Stato un costo difficilmente sostenibile e che quindi saranno i familiari, come spessissimo accade, a sostenere, in tutto o in parte, gli oneri assai gravosi. non solo e non tanto dal punto di vista economico, dei loro cari.
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