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Rinuncia alle cure: disuguaglianze e liste d’attesa tra gli anziani italiani
Nel biennio 2023-2024, quasi un anziano su cinque ha dichiarato di aver rinunciato alle cure mediche di cui aveva bisogno. Lo evidenziano i dati ufficiali della sorveglianza PASSI d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità, dedicata alla popolazione con più di 65 anni.
Il fenomeno, pur in calo rispetto al periodo pandemico, continua a rappresentare un segnale allarmante dell’abbandono delle cure in Italia, ancora influenzata da fragilità economiche e territoriali. Proprio per questo che molti over 65 continuano a trovare difficoltà nel curarsi con regolarità, soprattutto nelle aree con minori risorse sanitarie.
Per un confronto con i dati 2022-2023, leggi la nostra notizia su PASSI d’Argento.
Le cause principali della rinuncia alle cure 2024
Tra gli over 65 che hanno scelto di non sottoporsi ad almeno una visita o a un esame diagnostico, il 65% attribuisce la propria decisione alle liste d’attesa eccessivamente lunghe. Il 17% segnala orari poco accessibili o difficoltà di trasporto, mentre il 14% cita la rinuncia alle cure per motivi economici, legata all’aumento dei costi sanitari e alla ridotta disponibilità di reddito.

Molti anziani raccontano di essersi trovati costretti a scegliere se accedere alle cure o risparmiare, un dilemma che colpisce soprattutto chi vive da solo o con pensioni minime. Le donne e le persone con basso livello di istruzione risultano le più penalizzate, confermando un problema strutturale di equità nel sistema sanitario.
Nord, Centro e Sud: il divario resta profondo
I dati della sorveglianza PASSI d’Argento mostrano un chiaro gradiente geografico nella rinuncia alle cure in Italia. Il fenomeno colpisce il 23% degli anziani al Sud, contro il 13% nel Nord e il 18% al Centro.
Le regioni meridionali pagano lo scotto di una minore densità di strutture sanitarie pubbliche e di tempi medi più lunghi nelle liste d’attesa. In molte province, le visite specialistiche e gli esami diagnostici possono richiedere anche oltre 100 giorni di attesa, con un impatto diretto sulla salute delle persone più vulnerabili.
La fragilità territoriale e sociale resta quindi una delle cause principali della rinuncia alle cure 2024, evidenziando l’urgenza di investimenti mirati nelle aree più svantaggiate.

Fragilità economica e salute: un legame sempre più evidente
Secondo l’analisi pubblicata da Spazio50, la fragilità economica incide fortemente sulla possibilità di curarsi in modo continuativo.
Molti anziani, pur avendo diritto a prestazioni pubbliche, sono costretti a rivolgersi a strutture private per evitare liste d’attesa troppo lunghe. Un comportamento che però aggrava le disuguaglianze, perché non tutti possono permettersi di sostenere i costi di visite e farmaci.
Anche TrendSanità conferma questa tendenza, evidenziando che la rinuncia alle cure per motivi economici nel Mezzogiorno cresce in parallelo alla riduzione del reddito familiare e all’aumento dei prezzi dei servizi. Il risultato è una nuova forma di fragilità sanitaria, dove chi ha meno risorse è più esposto al rischio di peggioramento della propria salute.
Difficoltà di accesso e sicurezza abitativa
La sorveglianza PASSI d’Argento riporta che il 32% degli anziani ha difficoltà a raggiungere i servizi sociosanitari o i negozi di prima necessità. Il 9% considera il proprio quartiere poco sicuro, mentre il 19% riferisce problemi all’interno della propria abitazione, di cui il 7% di natura strutturale.
Questi dati dimostrano che la rinuncia alle cure mediche è legata anche alla qualità della vita quotidiana e alla sicurezza dell’ambiente in cui si vive. La mancanza di trasporti, la scarsa accessibilità e l’isolamento sociale contribuiscono a limitare la possibilità di curarsi in modo tempestivo.
Ridurre le barriere: le priorità per il futuro
Affrontare la rinuncia alle cure in Italia richiede politiche sanitarie coordinate e interventi mirati su più fronti:
- Ridurre le liste d’attesa, aumentando il personale e digitalizzando i processi di prenotazione.
- Potenziare i servizi territoriali, garantendo assistenza di prossimità e trasporti per gli anziani fragili.
- Sostenere economicamente chi non può permettersi prestazioni private o ticket sanitari.
- Promuovere la prevenzione, per evitare che la mancanza di cure si trasformi in emergenza cronica.
Investire nella salute pubblica significa tutelare la dignità delle persone e garantire che nessuno debba rinunciare a curarsi per ragioni economiche o geografiche.
Fonti
- Sorveglianza PASSI d’Argento – Istituto Superiore di Sanità
Rinuncia alle cure | Tutela e sicurezza
- Approfondimenti editoriali:
Spazio50 – Anziani e rinuncia alle cure
TrendSanità – Fragilità economica e salute nel Mezzogiorno
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