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L’evoluzione delle politiche di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa: azioni e prospettive. Il seminario sulle politiche nazionali di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, presieduto dal Ministro delle Politiche per la Famiglia, On. Rosy Bindi, è stato organizzato per fare il punto sull’attuazione della legge 53/2000, che per il nostro Paese ha rappresentato una vera e propria svolta normativa e culturale, e sulle iniziative varate dal Governo negli ultimi venti mesi per il suo rilancio.

La legge 53 ha appena compiuto otto anni. Risale infatti all’8 marzo di otto anni fa l’approvazione della norma che recepisce la direttiva europea sui congedi parentali, di maternità e paternità, coinvolge gli enti locali sui servizi di supporto alla conciliazione e prevede, all’articolo 9, l’erogazione di contributi in favore delle aziende che intendono attuare azioni positive per la flessibilità e di lavoratori autonomi o titolari d’impresa con esigenze di conciliazione tra vita familiare e lavorativa.

L’obiettivo è quello di favorire l’adozione e la diffusione di nuove modalità organizzative e gestionali dei tempi di lavoro. Le politiche per la conciliazione rappresentano infatti un importante elemento di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali e si propongono di fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano a tutti di vivere al meglio i molteplici ruoli che giocano all’interno di società complesse come quelle contemporanee, conciliando il ruolo “produttivo” e quello “riproduttivo”. La conciliazione interessa le famiglie e le organizzazioni, tocca la sfera privata e quella pubblica, politica e sociale, e ha un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all’interno della coppia, sull’organizzazione del lavoro e dei tempi delle città, e anche sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico.

L’Italia su questo fronte ha sicuramente ancora molta strada da fare, specie se si guarda all’esperienza di altri Paesi. Eppure proprio quelle realtà dimostrano che la conciliazione non solo è possibile, ma anche necessaria.

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