Situazione degli anziani nell’UE: Dall’Eurobarometro di AGE Platform Europe un’analisi realistica

Anap Confartigianato

Da qualche anno AGE Platform Europe, la Rete europea di Organizzazioni di persone anziane di cui fa parte l’Anap e che ha lo scopo di tutelare e promuovere gli interessi dei 190 milioni di cittadini over 50 e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni che li riguardano maggiormente, predispone un “Eurobarometro” che si propone di analizzare la situazione degli anziani dal punto di vista dell’Unione Europea e degli Stati membri.

L’Eurobarometro è solo uno dei campi in cui opera AGE per sollecitare maggiore attenzione dell’Europa e degli Stati membri, a cui è chiesto di integrare le politiche dell’invecchiamento nelle politiche più generali. Nel suo Manifesto per le elezioni europee del 2019, AGE ha evidenziato le seguenti aree per costruire un’Europa per tutte le età:

  • Rafforzare la dignità e i diritti delle persone anziane combattendo la visione negativa dell’invecchiamento e la discriminazione in base all’età;
  • Garantire una prospettiva di lavoro lungo tutto l’arco della vita e creare mercati del lavoro inclusivi;
  • Garantire pensioni e redditi di vecchiaia adeguati sia per le donne che per gli uomini;
  • Proteggere il diritto di vivere e invecchiare in modo dignitoso attraverso un’adeguata assistenza sanitaria incentrata sulla persona e un’assistenza a lungo termine accessibile a tutti;
  • Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutte le età;
  • Consentire l’accesso universale a beni e servizi nell’odierna società digitalizzata, anche per le persone anziane;
  • Consentire ai cittadini più anziani di partecipare pienamente alla vita sociale e democratica.

L’Eurobarometro di AGE è molto utile per confrontare le realtà nei diversi paesi dell’UE e rivela anche l’inadeguatezza di alcune statistiche comunemente utilizzate per descrivere la situazione degli anziani: gli anziani molto anziani, come gli over 75 anni, sono spesso considerati come un blocco unico, mentre questa fascia di età copre situazioni molto diverse. Molte statistiche, inoltre, cessano di raccogliere dati sulle persone di età superiore agli 80 anni nonostante il fatto che questo sia il gruppo in più rapida crescita e tutti gli Stati membri devono prepararsi al previsto forte aumento delle persone anziane che hanno bisogno di sostegno e assistenza. Alcuni indicatori, come la deprivazione materiale, non tengono adeguatamente conto delle accresciute esigenze delle persone anziane per servizi essenziali come la salute e l’assistenza a lungo termine. Nel complesso, mancano indicatori che misurino l’interazione sociale degli anziani. Per questo l’Eurobarometro di AGE fornisce di gran lunga dati più realistici.

Nell’analisi svolta quest’anno, di cui proponiamo una sintesi, i membri di AGE di Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno partecipato esprimendo le loro principali priorità nazionali e il loro punto di vista sulle politiche legate alla parità di genere, al sostegno per trovare lavoro e a luoghi di lavoro favorevoli all’età anziana, all’equilibrio tra vita professionale e vita privata, alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale e a pensioni adeguate. Questo dà valore aggiunto all’Eurobarometro AGE, che aggiunge alle statistiche esistenti sulle condizioni di vita delle persone anziane la valutazione qualitativa delle Organizzazioni facenti parte di AGE riguardo alle politiche portate avanti nel loro Stato.

I messaggi chiave che si possono desumere dallo studio di AGE riguardano:

  • La parità di genere: Mentre esiste un quadro giuridico globale per la non discriminazione, le donne anziane si trovano ancora di fronte a grandi disuguaglianze nell’accesso all’occupazione e alla retribuzione. Sopportando la maggior parte del lavoro non retribuito per l’assistenza, le donne sono più vulnerabili al rischio di povertà e di esclusione sociale. Pochi Stati membri tengono specificamente conto delle esigenze delle donne anziane nelle loro politiche nazionali.
  • Il sostegno per trovare lavoro: La legislazione UE protegge dalla discriminazione in base all’età, ma la discriminazione occulta è ancora prevalente sul mercato del lavoro. Scarsa attenzione è rivolta a consentire alle persone anziane in cerca di lavoro di ritrovare effettivamente un’occupazione attraverso consulenze specifiche o l’accesso al lavoro durante l’intero arco della vita.
  • L’apprendimento e la formazione: Gli incentivi fiscali per l’assunzione di persone anziane possono contribuire a risolvere situazioni difficili in alcuni Stati membri. A livello globale, mancano iniziative per una graduale transizione verso il pensionamento.
  • Luoghi di lavoro rispettosi dei lavoratori anziani: mentre è fondamentale adattare i luoghi di lavoro a tutte le età, le iniziative in questo campo sono principalmente volontarie e solo in pochi casi sostenute dalle politiche degli Stati membri. La legislazione in materia di salute e sicurezza ha un ruolo importante da svolgere per rendere i luoghi di lavoro sostenibili per le persone di tutte le età, ma ovunque non si fa abbastanza.
  • L’equilibrio tra lavoro e vita privata: Il cambiamento demografico sta creando grande pressione sui prestatori di assistenza informale, in quanto i servizi di assistenza a lungo termine non sono sufficienti per soddisfare le crescenti esigenze. Di conseguenza, sono necessarie politiche specifiche per rispondere alle esigenze dei prestatori di assistenza informale. Una nuova legislazione per badanti a livello europeo è un primo passo significativo, ma è necessario fare di più per sostenere i badanti informali.
  • La lotta contro la povertà e l’esclusione sociale: Mentre i tassi di povertà e di esclusione sociale sono stati più o meno stabili per gli anziani durante la crisi, adesso essi sono di nuovo in ascesa. La povertà e l’esclusione sociale è un problema più grave per le donne, in particolare le donne che vivono sole, quelle in precarie condizioni di salute e le persone provenienti da un contesto migratorio. I sistemi pensionistici dovrebbero tenere maggiormente conto del rischio di povertà delle persone più anziane, in quanto gli aumenti delle pensioni non sempre riflettono l’aumento del costo della vita.
  • Il reddito adeguato: Le politiche di adeguamento dei sistemi pensionistici ai cambiamenti demografici si concentrano sull’innalzamento dell’età pensionabile, senza il sostegno di adeguate politiche del mercato del lavoro. Sull’adeguatezza delle pensioni future rimangono gravi sfide e un passaggio all’individualizzazione delle prestazioni potrebbe ridurre la capacità dei sistemi pensionistici di compensare le disuguaglianze.

Riguardo all’aspetto della povertà, che è uno dei principali, il focus operato dall’Eurobarometro di AGE ricorda che l’obiettivo di Europa 2020 mirava a ridurre di 20 milioni il rischio di povertà e di esclusione sociale tra il 2008 e il 2020; è molto improbabile che questo obiettivo venga raggiunto, anche a causa della crisi economica. Nonostante i livelli complessivi di povertà e di esclusione sociale tra glia anziani siano inferiori alla media della popolazione, essi sono ben lungi dall’esserne esenti.

Nel 2016, il 15% della popolazione maschile e il 20,6% della popolazione femminile di età superiore ai 60 anni erano a rischio di povertà ed esclusione sociale in Europa. Tra i paesi coperti dall’Eurobarometro di AGE, Malta, Cipro e l’Italia presentano il più alto livello di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale, mentre Paesi Bassi, Francia e Austria hanno il più basso.

In tutti i paesi analizzati, la situazione è peggiorata per i cittadini di età superiore ai 75 anni e le donne molto anziane sono state le più esposte al rischio di povertà rispetto agli altri gruppi principali. Altri gruppi vulnerabili sono le persone con un passato migratorio, le donne sole, le persone con problemi di salute e quelle che hanno subito una disoccupazione di lunga durata.

L’effetto della crisi ha avuto impatti molto diversi sulle persone anziane nei diversi Stati membri, con tassi di povertà e di esclusione sociale degli over 75 che hanno raggiunto il 33% in Grecia nel 2011 e tassi di povertà e di esclusione sociale costantemente elevati negli Stati membri baltici, in Bulgaria e Romania (con tassi di povertà e di esclusione sociale intorno e superiori al 50%). A Malta come in Italia, la povertà e l’esclusione sociale sono principalmente il risultato di pensioni inadeguate percepite dagli anziani.

I futuri pensionati hanno livelli molto bassi di fiducia nel loro futuro finanziario, in quanto temono di non essere in grado di vivere una vita decente dopo il pensionamento a causa del basso reddito pensionistico. Inoltre le prestazioni sociali di solito non sono sufficienti a soddisfare le esigenze degli anziani. Per l’Italia in particolare si evidenzia che le spese a carico degli assistiti e i tempi di attesa per le visite mediche sono in aumento, costringendo molti individui a cercare cure private e più costose o a trascurare la propria salute.

Le attuali azioni per affrontare la povertà e l’esclusione sociale nell’UE consistono in gran parte nella concessione di piccoli sussidi e pensioni sociali, ma, in molti casi, questi non sono abbastanza elevati da proteggere gli anziani dalla povertà.

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