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Più volte abbiamo affrontato su queste pagine il problema dell’invecchiamento della popolazione e delle sue conseguenze sulla società e sull’economia. Ritorniamo sull’argomento estraendo dati assai interessanti da uno Studio chiamato “Rinascita Italia” che è stato presentato nei giorni scorsi durante il Forum Ambrosetti a Cernobbio. Lo Studio non solo fa delle previsioni su come cambia la demografia in Italia e nel mondo, ma fa anche alcune proposte per il futuro dell’Italia.

Di seguito si riporta sinteticamente e per punti il quadro che emerge dallo Studio.

Demografia mondiale

  • Un anno fa la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 Miliardi di persone. Ci sono voluti migliaia di anni per arrivare ad 1 Miliardo, ma solo due secoli per arrivare ai livelli attuali di popolazione mondiale.
  • Nei prossimi 30 anni si stima di superare i 10 Miliardi di individui, ma nel vecchio continente ci saranno 40 milioni di europei in meno.
  • E’ il cosiddetto “Inverno demografico”, con tassi di natalità che sono crollati nell’ultimo cinquantennio nei Paesi più sviluppati (-58% in Europa, -65% in Italia, -53% in Nord America, -77% in Giappone).

Lo scenario italiano

  • In Italia si registrano solo 1,24 figli in media per donna e il nostro è il Paese meno prolifico in Europa insieme alla Spagna. Nel 2022 siamo scesi sotto la soglia di 400 mila nuovi nati. Abbiamo avuto in quell’anno meno di 7 nuovi nati e più di 12 decessi ogni 1.000 abitanti.
  • L’ISTAT stima che l’Italia passerà dagli attuali 59 milioni di abitanti a 51 milioni nel 2050. Se lo scenario rimanesse questo, la popolazione italiana si estinguerebbe nel 2307!!

Le conseguenze economiche del crollo demografico

  • Se la popolazione si riducesse a 51 milioni nel 2050, ci sarebbe una perdita economica pari ad un terzo di PIL.
  • Affinché si verifichino i tassi di crescita previsti dal Ministero Economia e Finanza (MEF), la produttività dovrebbe almeno raddoppiare, ma questo non è ipotizzabile.
  • In questo scenario il rapporto debito/PIL dovrebbe esplodere e raggiungere il 220% nel 2070.
  • Ci saranno conseguenze notevoli anche sull’innovazione e la creatività, indispensabili per la crescita, perché la mancanza di giovani, che sono portatori di nuove idee, di nuova intelligenza, porta alla fossilizzazione della produzione.

I riflessi sul Welfare

  • Il rapporto tra pensionati e lavoratori passerebbe dall’attuale 1:4 a 1:1 nel 2050, rendendo insostenibile il sistema pensionistico.
  • Il sistema sanitario risentirà notevolmente dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle malattie croniche, per cui la spesa sanitaria pubblica salirebbe dagli attuali 134 Miliardi di euro ai 220 Miliardi del 2050. Senza contare l’aumento delle spese socio-assistenziali.

Quali proposte per il futuro?

  • E’ necessario affrontare il tema dell’invecchiamento della popolazione con un orizzonte a lungo termine, agendo su due fattori contemporaneamente: 1) gestire l’attuale squilibrio demografico; 2) aumentare la natalità.
  • Aumentare ad almeno 250.000 l’anno la quota dei nuovi permessi di lavoro per gli immigrati, sviluppando una politica di attrazione di personale qualificato con progetti di vita di lungo periodo.
  • Approvare una legge sull’immigrazione che favorisca, oltre agli ingressi, meccanismi di integrazione e mobilità sociale.
  • Favorire l’allungamento della vita lavorativa su base volontaria (anche fino a 75 anni).
  • Promuovere il coinvolgimento degli anziani in servizi a supporto della collettività, anche tramite la loro partecipazione ad iniziative di co-housing.
  • nserire l’automazione e la robotica tra le filiere strategiche del Paese.
  • Sperimentare l’impiego di Robot per l’assistenza e il supporto degli anziani.
  • Investire in politiche di conciliazione vita-lavoro per promuovere la genitorialità, ad esempio agendo sui congedi parentali e di paternità e sul part-time lavorativo.
  • Inserire i temi della demografia, della natalità e della genitorialità nei programmi di Educazione Civica, sviluppando una narrativa positiva su questi argomenti.
  • Promuovere modelli di vita ispirati ad una genitorialità condivisa e paritaria uomo-donna.
  • Ampliare l’accesso alla procreazione assistita.
  • Avviare un programma di investimento in nuove abitazioni favorendo l’accesso dei giovani e il co-housing.
  • Aumentare i servizi a sostegno della natalità e della genitorialità.
  • Premiare con benefici monetari la genitorialità e la natalità, oltre agli attuali importi dell’Assegno Unico.

Image by Freepik

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Studio Ambrosetti sulla Demografia L’Italia a rischio estinzione, invertire le tendenze demografiche
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