Uno dei desideri della popolazione over 65 anni è di invecchiare nella propria casa in autonomia, sicurezza e comfort. I vantaggi sono molteplici: si può godere del conforto di un ambiente conosciuto e che è stato scelto secondo i propri desideri e le proprie abitudini; avere intorno sempre le proprie cose (che raccontano storie di vita); mantenere un rapporto con i vicini che si conoscono e che ci conoscono e possono, in caso di necessità, offrire un supporto; restare nel proprio spazio vitale che mantiene attivi.

Peccato che il 70-80% delle abitazioni in Europa non è adeguato a favorire una vita indipendente degli anziani. In Italia, il 76,1% degli over 65 possiede una casa, quasi sempre quella dove abita. È quindi importante, strategico ed economicamente conveniente adeguare le attuali abitazioni secondo le necessità di una popolazione che invecchia. Si tratta di capire in che modo fare.

Sono questi i temi trattati durante l’incontro organizzato a Valdagno lo scorso 11 novembre da ANAP Confartigianato Vicenza, insieme al Comune di Valdagno, AMA – Associazione Malattia di Alzheimer Ovest Vicentino, il Centro Servizi Sociali Villa Serena e la Fondazione Marzotto.

“La casa è il nostro principale luogo di vita, ambiente di relazioni e affetti. Nella casa ci sentiamo sicuri, ci sono la nostra storia, spesso le nostre radici. Nel tempo, abbiamo organizzato gli spazi della casa in base ai bisogni della nostra famiglia, spiega Severino Pellizzari, presidente di ANAP Confartigianato Vicenza. Ma la casa può diventare una trappola, se non ci consente di stare bene e vivere in sicurezza. Una casa realizzata tenendo conto dei bisogni di quando eravamo giovani, col passare del tempo rischia di non soddisfare le nostre nuove esigenze. I gradini diventano ostacoli, alcuni spazi sono troppo piccoli o troppo grandi, magari avremmo bisogno di sistemi tecnologici che ci facilitino la vita. Insomma, la casa deve essere adeguata, adattata alle nostre nuove esigenze, deve trasformarsi su misura di chi ci vive”.

“Oggi si vive più a lungo e in buone condizioni fisiche, con stili di vita salutari e voglia di socialità. Siamo in una fase di transizione tra il vecchio welfare e la necessità di crearne uno nuovo, che sviluppi reti sociali, partendo da servizi di cura e assistenza a domicilio. Il tema della domiciliarità diventa sempre più pressante – aggiunge Tiziana De Cao, assessore alle Politiche Sociali e della Famiglia e delle associazioni di volontariato, pari opportunità del Comune di Valdagno -. Rimanere nella propria casa, luogo di affetti e di ricordi, è un desiderio ben radicato nella persona anziana. Ma tale desiderio può scontrarsi con i piccoli grandi problemi di salute, tipici dell’avanzare dell’età. Nuove sfide appaiono all’orizzonte e non è sempre immediato saperle affrontare e vincere, soprattutto se l’anziano abita da solo. Per aiutarlo in questo nuovo percorso e per garantirgli l’indipendenza che desidera mantenere, si può intervenire sull’abitazione, adeguandola alle nuove esigenze. Un’abitazione a misura di anziano, dove poter rimanere il più a lungo possibile, supportato da una rete efficace di servizi”.

“Dobbiamo quindi – aggiunge Pellizzari – rendere la casa una “Casa Amica”, cioè un luogo che possa facilitare una vita indipendente, rendendo più facile, sicuro e confortevole il quotidiano. Se cambiano esigenze e bisogni nel tempo, anche la casa dovrà adattarsi. Gli spazi possono essere riorganizzati con interventi mirati e personalizzati così da migliorare, dove è necessario, l’accessibilità e la salubrità dell’abitazione. Per questo è importante parlarne. A volte non serve nemmeno una ristrutturazione, può essere sufficiente un riadattamento che in molti casi può essere fatto anche senza eccessivi investimenti”.

Nel corso del convegno, a cui ha dato patrocinio l’Azienda ULSS 8 Berica, sono intervenuti Erika Borella, docente e responsabile del Servizio di Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità dell’Università di Padova, Marcella Gabbiani, architetto esperta di “Design for All” e curatrice della guida “Casa Amica”, Francesca Fenzo, psicologa e psicoterapeuta del Centro Decadimento Cognitivo di Vicenza e Neurologia di Arzignano.

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