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Lo schema di Decreto legislativo “anziani”, di attuazione della Legge 33/2023 (Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane), sta facendo il suo iter in Parlamento dopo l’approvazione da parte del Governo. Entro il 5 marzo prossimo il Governo, ricevuto il parere consultivo delle Commissioni parlamentari competenti, dovrà approvarlo in via definitiva, eventualmente con qualche modifica proposta, ma senza che ciò costituisca un obbligo.

Manca quindi pochissimo tempo al via libera definitiva del provvedimento, che indubbiamente costituisce un passo assai importante per rispondere ai bisogni di oltre 14 milioni di persone anziane, ed in particolare di quanti di loro si trovano in uno stato di non autosufficienza, i quali ogni giorno, insieme a familiari e Caregiver, affrontano difficoltà, disagi e fenomeni di impoverimento economico, con situazioni aggravate dalle enormi diseguaglianze nell’erogazione dei servizi socio-sanitari, sia tra le Regioni, in particolare tra Nord e Sud, sia tra aree urbane e rurali.

Ricordiamo che con le nuove normative viene delineata una riforma articolata e complessiva, volta ad adottare politiche di invecchiamento attivo e di maggiore coinvolgimento degli anziani, nel loro interesse e di quello dell’intera collettività, con un occhio di riguardo al mantenimento di un buono stato di salute, nonché a configurare un nuovo sistema di assistenza per gli anziani più fragili, ed in modo particolare per quelli non autosufficienti.

Il provvedimento, nella prima parte, si propone di promuovere la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità della popolazione anziana, anche attraverso l’accesso alla valutazione multidimensionale, a strumenti di sanità preventiva e di telemedicina a domicilio, il contrasto all’isolamento e alla deprivazione relazionale e affettiva. Vengono inoltre previsti la coabitazione solidale domiciliare per le persone anziane (senior cohousing), la coabitazione intergenerazionale (cohousing intergenerazionale), lo sviluppo di forme di turismo del benessere e di turismo cosiddetto lento.

Nella seconda parte, il provvedimento affronta i nodi delle persone anziane non autosufficienti sviluppando i principi contenuti nella Legge-delega, ed è proprio su questi aspetti che il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, di cui l’ANAP fa parte, rileva alcune incongruenze, lacune e la non adeguata traduzione dei principi contenuti nella legge 33 in norme di attuazione.

Per questo, ha elaborato un pacchetto di proposte di modifica dello schema di Decreto Legislativo, che qui proviamo a sintetizzare per singoli punti.

  • SNAA (Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana non Autosufficiente)

La Legge 33 introduce lo SNAA, che prevede – a livello centrale, regionale e locale – la programmazione integrata di tutti gli interventi a titolarità pubblica per la non autosufficienza, appartenenti a sanità, sociale e prestazioni monetarie Inps. In pratica, gli attori pubblici coinvolti programmano congiuntamente come utilizzare l’insieme delle risorse per la non autosufficienza, mantenendo invariate le rispettive competenze.

Nel Decreto, invece, la programmazione integrata non riguarda più l’insieme delle misure di responsabilità pubblica bensì i soli servizi e interventi sociali. In tal modo, però, lo SNAA viene mantenuto nella forma ma cancellato nella sostanza.

  • Valutazione della condizione di non autosufficienza dell’anziano

Oggi ci sono troppe (5-6) fonti di valutazione della condizione di non autosufficienza degli anziani, ed anche non collegate tra loro, duplicando così gli sforzi degli operatori e rendendo assai complicato il percorso delle persone coinvolte.

Con la riforma, le valutazioni si riducono a due soltanto: una di responsabilità statale e una di competenza delle Regioni. Inoltre, i due momenti valutativi previsti nel nuovo impianto sono in stretta correlazione, a garanzia della continuità. Il Decreto rimanda il disegno della sua concreta realizzazione ad atti successivi ma il lavoro per razionalizzare procedure e passaggi è ben impostato in tutti i suoi aspetti chiave.

  • Servizi domiciliari

Nel passaggio dalla Legge Delega al Decreto Attuativo viene cancellata la prevista riforma dell’assistenza domiciliare. Si sarebbe dovuto introdurre un modello di servizi domiciliari specifico per la non autosufficienza, oggi assente nel nostro Paese. Rimane, invece, solo il coordinamento tra gli interventi sociali e sanitari erogati dagli attuali servizi domiciliari, mentre sono assenti aspetti decisivi quali la durata dell’assistenza fornita e i diversi professionisti da coinvolgere.

Ciò è tanto più sorprendente se si considera con quale forza, dalla pandemia in avanti, opinione pubblica, media e politici abbiano insistito sulla necessità di realizzare i servizi territoriali.

Oggi gli interventi a casa, offerti per lo più dall’Assistenza domiciliare integrata (Adi) delle Asl, durano in prevalenza al massimo tre mesi (mentre la non autosufficienza si protrae spesso per tutta la vita residua), fornendo, inoltre, singole prestazioni infermieristiche certamente positive (medicazioni, cambio catetere), ma senza affrontare veramente le esigenze complesse dovute alla non autosufficienza.

  • Servizi residenziali

La Legge Delega contiene alcune indicazioni per un’opportuna dotazione di personale nelle strutture, la garanzia delle sue competenze e la qualità degli ambienti di vita, cioè gli aspetti principali da affrontare. Il Decreto attuativo non contiene indicazioni precise e rimanda ad un successivo ulteriore Decreto.

  • Indennità di accompagnamento

La Legge 33 conteneva una radicale riforma dell’indennità di accompagnamento, che è la misura più diffusa e di maggiore impegno economico. In essa era previsto un intervento che si muoveva secondo alcune direttrici:

  1. prestazione da erogare in presenza di necessità di assistenza (universalismo), indipendentemente dal reddito;
  2. graduazione dell’ammontare della prestazione secondo il reale bisogno di assistenza;
  3. maggiorazione dell’importo utilizzando l’indennità per fruire di servizi alla persona regolari e di qualità (badanti o organizzazioni del terzo settore).

Nel passaggio al Decreto, tuttavia, la revisione dell’indennità è scomparsa. Si prevede solo una sperimentazione della nuova prestazione universale, limitata nel tempo (due anni) e molto circoscritta nei soggetti coinvolti. Per avere diritto a questo intervento temporaneo, che lascia immutata la vecchia indennità e vi aggiunge ulteriori risorse (850 euro mensili), sono richiesti, infatti, non solo un elevato bisogno assistenziale ma anche ridottissime disponibilità economiche.

Il Decreto stanzia 500 milioni di Euro, per il biennio 2025-2026, dedicati alla sperimentazione della prestazione universale. Non vi sono – come previsto – risorse aggiuntive di natura strutturale.

Le proposte di emendamento del Patto

Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNAA)

Tornare al disegno della Legge Delega: programmazione integrata di tutti gli interventi per la non autosufficienza (politiche sanitarie, politiche sociali e i trasferimenti monetari Inps).

Riforma dei percorsi di anziani e famiglie

Mantenendosi dentro la strada ben tracciata, rafforzare ulteriormente la valutazione della condizione di non autosufficienza.

Sistema di monitoraggio dello SNAA

Prevedere un sistema di monitoraggio unitario di tutti gli interventi dello SNAA, quale primo strumento necessario affinché sia governato.

Riforma servizi domiciliari

Tornare all’obiettivo della Legge 33: una riforma per introdurre quel modello di servizi domiciliari specifico per la non autosufficienza oggi assente.

Riforma servizi residenziali

Ricomporre in un’unica articolazione i contenuti oggi separati fra i servizi residenziali socio-assistenziali e quelli sociosanitari.

Persone con disabilità divenute anziane

Rafforzare il principio che gli anziani con disabilità pregressa possono accedere agli interventi per le persone anziane non autosufficienti senza ripetere valutazioni/accertamenti già effettuati.

Prestazione universale per la non autosufficienza

Tornare alla prestazione universale della Legge 33: accesso in base al solo bisogno di assistenza, importo graduato, possibilità di scelta tra denaro e servizi (con incentivo per questi ultimi).

Qualificazione assistenti familiari

Introdurre un mix di specifici cambiamenti – riguardanti linee guida, attività formative e CPI – per potenziare questa linea d’intervento.

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Decreto anziani in Parlamento e le proposte del Patto sulla non autosufficienza
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