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Dall’Osservatorio statistico sulle pensioni, consultabile nel sito dell’INPS (www.inps.it), è possibile ricavare dati assai interessanti sulle pensioni vigenti, per tipo, categoria, gestioni, importo, etc., l’andamento delle liquidazioni delle nuove pensioni, nonché la spesa per l’erogazione dei trattamenti. Nei giorni scorsi l’INPS ha aggiornato l’Osservatorio e quindi, riteniamo interessante proporvi alcuni dati che vi si rilevano.

Numero pensioni vigenti in calo: Dall’analisi dei dati, emerge la conferma del trend decrescente degli ultimi anni, che vede passare le prestazioni erogate ad inizio anno da 18.363.760 nel 2012 a 18.044.221 nel 2015; per contro le prestazioni assistenziali (pensioni agli invalidi civili e pensioni/assegni sociali), passano da 3.560.179 nel 2012 a 3.731.626 nel 2015. Il fenomeno è da attribuirsi sia alla progressiva eliminazione delle vecchie pensioni di invalidità liquidate ante Legge 222/1984, sia all’inasprimento dei requisiti di accesso alle pensioni di vecchiaia e di anzianità determinato dalla Legge 214/2011.

Spesa pensioni: importo medio mensile in crescita: Di contro, l’importo medio mensile erogato risulta in costante crescita, passando da 780,14 euro nel 2012 a 825,06 euro nel 2015. Ciò è dovuto essenzialmente agli effetti della perequazione automatica delle pensioni e all’effetto sostituzione delle pensioni eliminate con le nuove liquidate che presentano mediamente importi maggiori. La spesa in rapporto al PIL è passata dal 9,5% del 2014 all’11,8 del 2015, con un incremento medio del 2% (per le prestazioni assistenziali l’incremento è stato del 3,7% annuo).

Pensioni previdenziali 79,31%, pensioni assistenziali 20,69%: Delle 18.044.221 pensioni vigenti all’1.1.2015, 14.312.595 sono di natura previdenziale, cioè prestazioni che hanno avuto origine dal versamento di contributi previdenziali (vecchiaia, invalidità e superstiti) durante l’attività lavorativa del pensionato. Le rimanenti prestazioni, erogate dalla gestione degli invalidi civili e da quella delle pensioni e assegni sociali, sono di natura assistenziale.

La spesa complessiva annua risulta pari a 192,6 miliardi di euro, di cui 173 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali.

Pensioni assistenziali: indennità di accompagnamento: Tra le prestazioni di tipo assistenziale, il 77,3% è costituito da prestazioni erogate ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità. Tra queste la prestazione di maggior rilievo è l’indennità di accompagnamento per invalidi totali, che rappresenta il 54,7% della totalità delle prestazioni assistenziali. Alle donne è erogato circa il 60 per cento del totale dei trattamenti assistenziali.

Pensioni previdenziali: per categoria e per sesso: Le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 65,6% da pensioni della categoria Vecchiaia, per il 7,9% da pensioni della categoria Invalidità previdenziale e per il 26,5% da pensioni della categoria Superstiti.

Anche per le prestazioni previdenziali, i titolari dei trattamenti sono in maggioranza donne (circa 57%), soprattutto per via delle pensioni di vecchiaia, dove la percentuale di pensioni erogate a uomini è solo del 34,4%, e delle pensioni di invalidità. Altro fattore che influenza è la maggiore longevità delle donne.

Pensioni per Gestione: Le Gestioni dei lavoratori dipendenti erogano il 51,8% del complesso delle pensioni in carico all’INPS. Le Gestioni dei lavoratori autonomi, ivi compresa la Gestione separata dei lavoratori subordinati, il 27,4%.

La Gestione artigiani eroga 1.639.602 pensioni, per un importo di 18.502 milioni di euro. Nel 2014 la Gestione ha liquidato 58.296 nuove pensioni.

Distribuzione territoriale: Il 48,2% delle pensioni è percepito nell’Italia settentrionale, il 19,1% al centro e il 30,3% al Sud e Isole. Il restante 2,4% è erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord ha un numero di pensioni per residente maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Sud, mentre l’ordine si inverte per le invalidità previdenziali e per le prestazioni assistenziali.

Età dei pensionati: si va in pensione più tardi: L’età media dei pensionati è 73,6 anni, con una differenziazione per genere di più di 4 anni (71 per gli uomini e 75,4 per le donne).

Da segnalare l’aumento dell’età di pensionamento nel periodo 2009-2015, sia per le pensioni di vecchiaia sia per quelle di anzianità. Per le pensioni di vecchiaia, il dato più significativo riguarda le donne, che passano da un’età media alla decorrenza di 61,3 anni nel 2009 ai 64,2 anni del 2015. Più contenuto l’aumento per gli uomini, che passano dai 65,7 anni del 2009 ai 66,4 del 2015. Per il pensionamento per anzianità, invece, gli uomini passano dai 59,4 anni del 2009 ai 60,5 del 2015 e le donne dai 59,1 anni nel 2009 ai 59,9 anni nel 2015.

Importi di pensione: distribuzione verso il basso: Analizzando la distribuzione per classi di importo mensile delle pensioni, si osserva una forte concentrazione nelle classi basse. Infatti, il 64,3% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. Di queste, 5.322.007 (il 45,9%) beneficiano di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al trattamento minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile (i veri poveri).

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