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Rivalutazione pensioni 2026: cosa dice la Consulta sul raffreddamento
Il raffreddamento della rivalutazione delle pensioni non è un tributo. Così ha dichiarato la Consulta con una nuova sentenza in materia di costituzionalità della Norma.
La Corte Costituzionale, dopo la sentenza di inizio anno, è tornata nuovamente ad occuparsi della riduzione della rivalutazione delle pensioni ma sotto un profilo diverso, quello della natura tributaria o meno del provvedimento.
In particolare, la Corte Costituzionale, con sentenza N. 167/2025, ha rigettato le istanze di incostituzionalità sul “raffreddamento” della rivalutazione delle pensioni basandosi principalmente sulle seguenti motivazioni:
- Il provvedimento non costituisce un prelievo tributario o un’imposta straordinaria. Si tratta, invece, di una misura di contenimento della spesa previdenziale, che incide direttamente sul meccanismo di adeguamento delle pensioni al costo della vita. Pertanto, non sono applicabili i principi e i vincoli costituzionali previsti per i prelievi fiscali, come il principio di capacità contributiva (art. 53 Cost.).
- la misura è ragionevole e proporzionata nel contesto della gestione della finanza pubblica e delle esigenze di bilancio dello Stato.
- le norme non violano gli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione (principi di uguaglianza, diritto a una retribuzione proporzionata e adeguata e funzione previdenziale) poiché, pur incidendo sull’importo della pensione, la misura non compromette il nucleo essenziale della prestazione previdenziale, mantenendola comunque adeguata alle esigenze di vita fondamentali.
I pensionati, dunque, si mettano l’animo in pace, anche se la Corte si dovrà pronunciare di nuovo su un altro aspetto sollevato dal Tribunale di Trento in merito al meccanismo di determinazione della misura di riduzione della rivalutazione. Ma c’è poco, in ogni caso, di stare allegri.
A prescindere dai provvedimenti che sono stati presi più volte in questi ultimi anni in tema di rivalutazione delle pensioni, provvedimenti che prevedevano un inasprimento dei tagli rispetto a quelli fissati dalla Legge in vigore, l’Anap si batterà per la piena rivalutazione in favore di tutti i pensionati, a difesa della giustizia, dell’equità e del “vissuto lavorativo” dei singoli.
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