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Gli anziani nella società italiana: la fotografia, in bianco e nero, del CENSIS
Il 59° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2025, presentato lo scorso 4 dicembre nella sede del CNEL, ha analizzato la situazione degli anziani nella Società moderna, partendo dai dati relativi alla loro costante crescita numerica, in contrasto con il calo delle nascite.
L’andamento demografico
Come sottolinea il Rapporto, l’Italia è un Paese invecchiato che continua a invecchiare sempre più rapidamente. Le persone dai 65 anni in su sono il 24,7% della popolazione complessiva (14,6 milioni di persone), contro il 18,1% del 2000 (10,3 milioni) e il 9,3% del 1960 (4,6 milioni). L’aspettativa di vita alla nascita è arrivata a 85,5 anni per le donne e a 81,4 per gli uomini, con un aumento di circa 5 mesi solo nell’ultimo anno. E i centenari, meno di 600 nel 1960, diventati 4.765 nel 2000, oggi sono 23.548. Le proiezioni demografiche prevedono un aumento di quasi 4,5 milioni di over 64enni di qui al 2045, che raggiungeranno così i 19 milioni (il 34,1% della popolazione). Gli anziani sono dunque una componente demografica sempre più dominante e questo fenomeno ha implicazioni profonde sulle dinamiche sociali, economiche e, di conseguenza, politiche del Paese.

Gli anziani di oggi
Il desiderio di prolungare l’esistenza e di sfuggire alle malattie, secondo il Rapporto, è il fattore che accomuna la nuova generazione degli anziani. La tendenza a vivere come eterni adulti, senza limitazioni temporali legate all’avanzare dell’età, è testimoniata da oltre il 52% degli sposi e delle spose con 50 anni e oltre con alle spalle un divorzio. Con la consapevolezza di poter custodire e trasmettere in eredità risorse, non solo materiali, di cui probabilmente le nuove generazioni non potranno godere in ugual misura.
Gli anziani e il Welfare
Il rapporto affronta la crescente “domanda di cura” da parte delle persone anziane, evidenziando le carenze del sistema di welfare e l’aumento della spesa sanitaria privata. Questi temi sono cruciali per gli anziani e influenzano le loro aspettative verso la politica. Il 78,5% degli italiani teme che, se si trovasse in condizione di non autosufficienza, non potrebbe contare su servizi sanitari e assistenziali adeguati. Lo stesso vale per i rischi ambientali: il 72,3% crede che, in caso di eventi atmosferici estremi o catastrofi naturali, gli aiuti finanziari dello Stato sarebbero insufficienti. Di conseguenza, riferisce il rapporto Censis, il 54,7% si dichiara disposto a destinare fino a 70 euro al mese per tutelarsi dal rischio di non autosufficienza, dai danni legati al cambiamento climatico o da altri eventi avversi. Il 52,3% ritiene di poter ristrutturare i propri consumi, riducendo alcune spese per destinare quanto risparmiato all’acquisto di strumenti assicurativi (vita, salute, non autosufficienza).
La disponibilità, tuttavia, non si traduce in comportamenti concreti: il 70,0% degli italiani non sta facendo nulla sul piano finanziario o assicurativo per tutelarsi in caso di non autosufficienza. Solo il 10,7% si dice pronto a ricorrere a polizze assicurative per affrontare questa eventualità. La maggioranza sceglie soluzioni alternative: il 37,2% si limita a dire che ci penserà se e quando accadrà, il 34,5% ricorrerà ai risparmi, il 22,0% conterà sul welfare pubblico, il 19,9% sull’aiuto dei familiari, il 14,7% su amici e volontari.
Gli anziani come risorsa
Il 43,2% dei pensionati, evidenzia il Rapporto, garantisce regolarmente aiuti economici a figli, nipoti o parenti. Il 61,8% ha versato (o ha intenzione di farlo in futuro) un contributo economico a figli o nipoti per sostenere spese importanti, come l’anticipo per l’acquisto della casa. D’altra parte, Gli anziani italiani appaiono sobri nella gestione delle risorse: il 94,2% è cauto nelle spese e tende a risparmiare per affrontare eventuali malattie o condizioni di non autosufficienza, l’89,7% si dichiara attento nella gestione dei propri risparmi a causa della persistente incertezza economica, l’82,2% esercita un controllo accurato e costante del bilancio familiare, monitorando le entrate e le uscite. Si registra inoltre la disponibilità di molti anziani a restare attivi anche dopo il pensionamento: il 72,6% degli attuali pensionati vorrebbe poter continuare a lavorare, ma senza penalizzazioni fiscali.
Gli anziani e l’astensionismo elettorale
Il Rapporto identifica l’astensionismo elettorale come uno dei fenomeni chiave che caratterizzano l’Italia contemporanea, descrivendo un Paese che ha interrotto il filo della propria storia ed è entrato in una “nuova fase” caratterizzata da una profonda frattura tra cittadini e politica. In questo quadro l’invecchiamento della popolazione italiana è visto come un fattore che incide in modo significativo sull’astensionismo, con una percentuale di elettorato impossibilitata a votare per ragioni anagrafiche o di salute.
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